Cantieri nella Darsena, riabilitata l’azienda che ha eseguito i lavori: “Tutto in regola”
Aggiornamento: Nessun pericolo di infiltrazioni mafiose e "tutto in regola". Dalla prefettura di Milano e dal Tar della Lombardia è arrivata la piena riabilitazione per la Gi.Ma.Co. Costruzioni Srl. L'azienda di Delebio (Sondrio), vincitrice degli appalti "Vie d'Acqua Darsena" e "Stralcio Gamma" di Expo Milano 2015, era stata colpita nel 2014 da un'interdittiva antimafia e dal successivo commissariamento degli appalti.
Al termine di accurate indagini, l’azienda è però risultata del tutto estranea alle ipotesi di presunto pericolo di infiltrazione mafiosa. Ad esprimersi in senso positivo all’azienda sono state la Prefettura di Milano e il Tar della Lombardia. La prima, in seguito a ulteriori e più approfondite indagini, lo scorso agosto (2015) ha disposto la revoca del provvedimento provvisorio di commissariamento, aggiornando l’informativa in senso favorevole alla società. Il Tar della Lombardia invece, con sentenza pubblicata il 24 luglio 2015, ha accolto il ricorso di Gi.Ma.Co. Costruzioni Srl.
La pronuncia della Prefettura chiude così la vicenda restituendo piena legittimazione all’azienda – e alla sua proprietà – a stringere rapporti contrattuali con la Pubblica amministrazione. Inoltre l'impresa Gi.Ma.Co Costruzioni Srl è stata iscritta dalla Prefettura di Sondrio, nella cosiddetta “White List” delle imprese che operano in appalti pubblici.
Le interdittive del dicembre 2014
Le interdittive antimafia per "possibili condizionamenti da parte di clan legati alla criminalità organizzata" erano arrivate a dicembre 2014 sui tavoli della Prefettura milanese. Il provvedimento riguardava due cantieri nevralgici per lo svolgimento dell'Expo: il primo era alla Darsena, nel cuore della città, lì dove dovevano arrivare le famose e controverse "Vie d'acqua". Il secondo invece era in una zona periferica della città e riguardava una strada che dovrebbe collegare il sito Expo di Rho-Pero con via Eritrea: si tratta di un tratto di 1,5 km che passa nell'area della cava Triboniana. La prima azienda interdetta era la Gi.Ma.Co di Sondrio, poi completamente riabilitata. Il progetto di riqualificazione della Darsena e di piazza XXIV maggio a cui stava lavorando aveva un valore di circa 12 milioni di euro. La Gimaco stava lavorando anche al secondo appalto incriminato.
Appalti commissariati
Visti i tempi strettissimi e la necessità di finire le opere entro aprile 2015, l'allora prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca aveva affidato momentaneamente gli appalti a un commissario, consentendo quindi all'azienda di proseguire i lavori che, almeno nella Darsena, stavano comunque procedendo nel rispetto dei tempi. La soluzione del commissariamento, già adottata in passato per l'appalto delle Vie d'acqua con la Maltauro e la Tagliabue, aveva soddisfatto anche Palazzo Marino, che tramite l'assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza aveva ricordato le priorità per la città: "Siamo a dicembre e questi cantieri devono chiudere entro aprile. È chiaro che non possiamo lasciare la città con i cantieri non finiti".