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Infermiera cade in monopattino, l’Inail le nega il risarcimento: “Non è un mezzo di trasporto”

A Milano un’infermiera di 50 anni ha avuto un incidente sul monopattino che utilizzava per spostarsi da una paziente all’altra. L’Inail le ha però negato il risarcimento perché “il mezzo utilizzato non è consentito dal codice della strada”. La vicenda evidenzia come spesso l’apparato burocratico e normativo del nostro Paese non sia al passo con i tempi: paradossalmente proprio Milano si prepara a indire un bando per la condivisione di mezzi innovativi come segway, howerboard e gli stessi monopattini.
A cura di Francesco Loiacono
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Alcuni modelli di monopattini (Wikipedia)
Alcuni modelli di monopattini (Wikipedia)

Un'infermiera di 50 anni di Milano si è vista negare il risarcimento da parte dell'Inail perché il mezzo su cui si è infortunata, un monopattino, non rientra tra i mezzi di trasporto omologati dal Codice della strada. La vicenda, riportata dal "Corriere della sera", è emblematica di come spesso l'apparato burocratico e normativo del nostro Paese non sia al passo con i tempi. Una constatazione già emersa con il "caso" Uber e con l'avvento della sharing e della gig economy, ma che ora si ripropone a proposito di un mezzo, il monopattino, ormai diffuso con le sue tante varianti (incluse quelle motorizzate) in molte città italiane. Una presenza, quella dei monopattini, che rischia tra l'altro di creare un paradosso, perché molte amministrazioni cittadine (Milano e Torino in primis) si apprestano a lanciare bandi per incentivare la condivisione proprio di questi mezzi definiti innovativi: oltre a monopattini ci sono segway, hoverboard, skateboard e monoruote.

Al momento, però, chi utilizza questi mezzi rischia di incappare nella disavventura capitata all'infermiera in questione. La donna, operatrice socio-sanitaria assunta a tempo determinato da una fondazione che assiste gli anziani a domicilio, è costretta per lavoro a numerosi spostamenti nel corso della giornata. E il giorno in cui ha subito l'incidente si stava appunto spostando dalla zona di Città studi a quella di Porta Romana per assistere due pazienti. Mentre si muoveva a bordo del suo monopattino, l'infermiera è caduta fratturandosi il malleolo: al pronto soccorso le è stata formulata una prognosi di 35 giorni. Quando la donna ha presentato all'Inail la domanda per il riconoscimento dell'infortunio sul lavoro, se l'è vista respingere perché l'incidente, a detta dell'Istituto, non sarebbe avvenuto per rischio lavorativo ma per un "rischio generico" e perché "il mezzo utilizzato non è consentito dal codice della strada". La donna si è adesso rivolta al patronato Inca-Cgil, che si prepara a fare causa all'Inail. Intanto però il direttore del patronato, Francesco Castellotti, chiede a gran voce di inserire il monopattino tra i mezzi di trasporto omologati: "Si tratterebbe di una di quelle iniziative dettate dal buon senso che tiene insieme le comunità".

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