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Inchiesta sulle collaboratrici, Maroni a processo il primo dicembre con rito immediato

Il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sarà processato a Milano con rito immediato il prossimo primo dicembre per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. Le accuse sono relative a contratti e consulenze assegnate a due ex collaboratrici di Maroni ai tempi del Viminale.
A cura di Francesco Loiacono
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Lo ha chiesto e lo ha ottenuto. Il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sarà processato con rito immediato il prossimo primo dicembre per le vicende giudiziarie che ruotano intorno alle sue due ex collaboratrici Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo (quest'ultima non indagata). Maroni è stato rinviato a giudizio lo scorso luglio per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, e comparirà davanti alla quarta sezione penale di Milano, saltando l'udienza preliminare che era in programma per mercoledì 30 settembre. Nel dibattimento si dovrà dimostrare la consistenza delle accuse, che ipotizzano il reato di turbata libertà di scelta da parte del governatore sulla società Eupolis (partecipata da Regione Lombardia) per un contratto di consulenza alla Carluccio, e pressioni indebite sempre di Maroni (in concorso con il suo capo della segreteria Giacomo Ciriello) sulla società Expo per arruolare in un viaggio istituzionale a Tokyo Maria Grazia Paturzo, alla quale secondo il pubblico ministero Eugenio Fusco, che ha coordinato le indagini, Maroni sarebbe stato legato sentimentalmente.

Inchiesta sulle collaboratrici, Maroni a processo il primo dicembre con rito immediato

La richiesta di rito immediato era stata presentata la scorsa settimana dal legale di Maroni, Domenico Aiello, per "avere il prima possibile una pronunzia nel merito, senza altri passaggi interlocutori, davanti ad un giudice terzo e indipendente, che accerti i fatti nella loro reale portata", come aveva spiegato l'avvocato in una nota. Mercoledì, nell'udienza preliminare, si presenteranno così gli altri 5 indagati nell'inchiesta: la società Expo (coinvolta per via della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti), il suo direttore generale Christian Malangone, Ciriello, il segretario generale di Regione Lombardia e presidente di Ferrovie Nord Milano Andrea Gibelli e Mara Carluccio. Gli ultimi tre dovrebbero chiedere di essere giudicati con rito ordinario, mentre i primi due dovrebbero optare per il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

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