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Inchiesta sulle collaboratrici, il governatore Maroni chiede il rito immediato

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, indagato per induzione indebita e concorso in turbata libertà della scelta del contraente per favorire due sue ex collaboratrici ai tempi del Viminale, ha chiesto di essere giudicato con rito immediato, saltando l’udienza preliminare in programma il prossimo 30 settembre.
A cura di Francesco Loiacono
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Il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha chiesto tramite il suo legale di rinunciare all’udienza preliminare ed essere giudicato con rito immediato. La mossa è relativa all'inchiesta che lo vede indagato per induzione indebita e concorso in turbata libertà della scelta del contraente in merito a due contratti a due sue ex collaboratrici ai tempi ministero dell'Interno, Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio. Per la prima, alla quale secondo i pubblici ministeri che hanno condotto le indagini Maroni era legato da una relazione affettiva, Maroni avrebbe fatto pressioni sulla società Expo per inserirla nello staff di un viaggio istituzionale a Tokyo. Per favorire la seconda, invece, Maroni avrebbe fatto pressioni indebite su una società controllata da Regione Lombardia, Eupolis.

Inchiesta sulle collaboratrici, Maroni chiede il rito immediato

A comunicare la nuova strategia di difesa di Maroni è stato il suo legale, Domenico Aiello, che da mesi siede anche nel Consiglio di amministrazione di Expo Spa, nominato dallo stesso governatore. La decisione, secondo una nota diffusa dall'avvocato, "ha lo scopo di avere il prima possibile una pronunzia nel merito, senza altri passaggi interlocutori, davanti a un giudice terzo e indipendente, che accerti i fatti nella loro reale portata. Il dibattimento – prosegue la nota – è infatti la sede più idonea (se non l’unica) per consentire alla difesa tempi e mezzi necessari per dimostrare la assoluta legittimità del comportamento del presidente Maroni e dei suoi collaboratori e la totale inconsistenza della prova in questi mesi prodotta dal pm sostegno della tesi d’accusa".

Maroni, per cui il pm Eugenio Fusco lo scorso luglio aveva chiesto il rinvio a giudizio assieme a 5 indagati, tra cui la stessa Expo Spa (per la legge sulal responsabilità amministrativa degli enti), doveva affrontare l'udienza preliminare il prossimo mercoledì 30 settembre. Udienza che però a questo punto potrebbe saltare, evitando così un eventuale rinvio a giudizio da parte del governatore. È quanto sottolineano in una nota i Cinquestelle: "La richiesta di rito immediato non cancella le ombre sull’attività politico istituzionale del presidente della Regione Lombardia. Chi amministra il pubblico deve essere al di sopra di ogni sospetto e ai lombardi andava risparmiata la vergogna di un presidente sotto processo. Per il ‪M5S‬ Roberto Maroni deve dimettersi".

Per l'avvocato Aiello invece il rito immediato è l'unico modo per "avere un processo sereno, giusto, proporzionato a quella che è la reale portata dei fatti contestati".

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