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Inchiesta Maroni, il governatore: “I carabinieri rompono i coglioni sul contratto”

Negli stralci delle intercettazioni sull’inchiesta per induzione indebita in cui è coinvolto Roberto Maroni, il governatore parlando al telefono con una delle presunte destinatarie dei favori si dice consapevole che i carabinieri stiano indagando sulla questione: “Ci stanno rompendo i coglioni sul contratto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato stralci di alcune intercettazioni telefoniche relative alle indagini che riguardano il governatore della Lombardia Roberto Maroni, accusato di induzione indebita e turbata libertà di scelta in due diverse inchieste. Le due presunte destinatarie di favori da parte di Maroni, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, intercettate lo scorso 14 luglio quando l'inchiesta del pubblico ministero Eugenio Fusco era nelle prime fasi, erano coscienti di essere nel mirino della procura: "Il problema siamo io e te", dicono le due in una conversazione, mentre in un'altra la Carluccio riferisce all'amica: "L'avvocato mi ha detto che a Busto ci sono due grosse inchieste, una è Finmeccanica e l'altra Expo. La cosa mi traquillizza". L'atteggiamento sembra cambiare poco tempo dopo, quando la Paturzo avvisa Maroni: "Siamo state contattate dai carabinieri, volevo avvisarti di questo". E la risposta del governatore non è sicuramente politically correct: "Sì, sì, ci stanno rompendo i coglioni sul contratto".

La portavoce a Maroni: "Secondo me hai fatto una cazzata"

Per una delle due inchieste che coinvolgono Maroni negli scorsi giorni è arrivato l'avviso di chiusura delle indagini, che potrebbe preludere alla richiesta di rinvio a giudizio per il governatore. Si tratta del filone relativo alle presunte pressioni sulla società Expo per far partecipare Maria Grazia Paturzo a un viaggio istituzionale in Giappone, inchiesta nella quale sono indagati anche il capo della segreteria di Maroni, Giacomo Ciriello, e la società Expo Spa. Secondo la procura Maroni fece pressioni indebite anche perché legato affettivamente alla Paturzo. Nelle 80 pagine di intercettazioni dell'inchiesta si trovano anche stralci delle conversazioni della portavoce di Maroni, Isabella Votino: "Si è esposto troppo", dice la donna a Ciriello. "Io, quando mi sono incazzata, gliel'ho detto a Bobo quella storia lì della Maria Grazia. Mi è stato riferito da persone che non potevano sapere, che c'è questa qui.. Allora, dico io, non va bene per te, perché prima o poi, viene fuori.. Gli ho detto solo ‘secondo me hai fatto una cazzata'". Pare tra l'altro che i rapporti tra Votino e Paturzo non fossero amichevoli: "Ci hai portato pure la iena?", chiede infatti la portavoce a Mara Carluccio, quando questa – coinvolta nell'altro filone dell'inchiesta relativa all'affidamento di un incarico di lavoro da parte di Eupolis – le parla dell'ufficio al 35esimo piano.

Infine, tra le carte delle intercettazioni emerge il ruolo dell'amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala. A gennaio gli inquirenti registrano una telefonata tra il manager di Expo Christian Malangone e Ciriello: "Ciriè, dammi una mano " dice il manager dopo che Sala si è opposto a pagare le spese di una trasferta della Paturzo a Barcellona. Ciriello chiama Roberto Arditti, ex direttore comunicazione e relazioni esterne di Expo poi agli Affari Istituzionali, che spiega: "Beppe ha una formazione diversa dalla nostra, quello che per noi è normale nel pianeta politico istituzionale, per Beppe è piu difficile da maneggiare. Lui ci guarda un po' tutti come alieni".

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