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Inchiesta Lodi, i timori di Uggetti dopo il bando “aggiustato”: “Sono stato un cogl…”

Alcune intercettazioni relative all’inchiesta che ha portato in carcere il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, rivelano come il primo cittadino e gli altri indagati temessero l’arrivo della finanza da un momento all’altro e fossero consapevoli della loro condotta poco limpida.
A cura di Francesco Loiacono
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Dice di aver agito non per interesse, ma "per il bene della città". Eppure Simone Uggetti, sindaco di Lodi arrestato martedì per turbativa d'asta, era sicuramente consapevole di aver commesso un errore: "Sì son stato un coglione io", ammette senza giri di parole a Cristiano Marini, l'avvocato e consigliere della Sporting Lodi che assieme a lui è stato arrestato per la vicenda del bando per la gestione delle piscine comunali scoperte lodigiane "aggiustato" per far vincere proprio la Sporting Lodi. Lo scambio di battute con Marini è contenuto nell'ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari Isabella Ciriaco ha disposto l'arresto e la restrizione in carcere a San Vittore di Uggetti. Un provvedimento, quest'ultimo, giudicato eccessivo da alcuni e che ha suscitato polemiche nelle polemiche.

Lo scambio di battute tra Uggetti e Marini secondo il gip è illuminante su un punto dell'inchiesta: la "consapevolezza degli indagati dell'illiceità della attività compiuta". Il sindaco di Lodi e l'avvocato, colti dall'improvviso timore di essere scoperti, iniziano a pensare di formattare i rispettivi pc e altri dispositivi utilizzati per scambiarsi mail e informazioni sul bando "aggiustato". A un certo punto poi Marini fa a Uggetti: "No vabbè siamo stati disattenti". E il sindaco risponde: "Sì, son stato un coglione io e che e soprattutto all'inizio quando non so cioè… ho troppe cose… vabbè… dentro c'ho troppe cose operativi e quindi ogni tanto".

Uggetti a Pasquini: "Scommettiamo che arriva la finanza?"

Frasi che sicuramente l'inchiesta dovrà contestualizzare meglio, ma che sembrano restituire l'immagine di due persone colte in fallo e rassegnate all'arrivo della finanza. Un elemento avvalorato da altre intercettazioni, questa volta tra Uggetti e Luigi Pasquini, altro indagato dalla procura di Lodi, nelle quali il sindaco si dice così convinto dell'imminente arrivo della finanza in Comune da essere pronto a scommetterci su. Uggetti afferma di aver "fatto uno sforzo di equilibrio sull'ultimo bando" e dice all'imprenditore, procuratore speciale dello Sporting Lodi, di mettere in conto l'arrivo della finanza: "Io ne son sicuro c'è un piccolo segnale". Segue un serrato scambio di battute.

Pasquini: "Io non sono così sicuro…"

Uggetti: "Scommettiamo?"

Pasquini: "Ma ..non sono abituato a scommettere, non scommetto, però"

Uggetti: "Io scommetto solo perché sono sicuro di vincere".

In effetti, i fatti gli hanno dato ragione. Agli atti dell'inchiesta è finito anche un incontro "riservato" chiesto dal sindaco al comandante provinciale della Guardia di Finanza di Lodi, Massimo Benassi. Il sindaco cercava informazioni su un'eventuale inchiesta delle fiamme gialle, ignorando che Benassi stesse registrando l'incontro.

Morgigni del Csm: "Chiedo pratica a tutela dei magistrati di Lodi"

L'inchiesta che ha coinvolto il sindaco dem di Lodi ha aperto anche una polemica in sede alla magistratura. Dopo gli attacchi del membro laico del Csm Giuseppe Fanfani, che ha giudicato eccessiva la custodia cautelare in carcere di Uggetti, era già arrivata la replica di sette suoi colleghi appartenenti alla corrente Area. Il nuovo fronte della polemica è invece alimentato da Aldo Morgigni, membro togato che fa parte del Comitato di presidenza del Csm. Morgagni ha annunciato l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati di Lodi che stanno indagando sul primo cittadino: "Questi magistrati sono stati dileggiati per ragioni anagrafiche" ha detto il consigliere, riferendosi a un articolo che li ha definiti "baby-magistrati". Il solco tra politica e magistratura potrebbe allargarsi sempre più.

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