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Inchiesta Lodi, entro domani decisione sulla scarcerazione del sindaco Uggetti

A breve, forse anche domani, potrebbe arrivare la decisione del gip sulla scarcerazione di Simone Uggetti. Il sindaco dem di Lodi, arrestato martedì per turbativa d’asta, è detenuto nel carcere di San Vittore: una misura secondo alcuni eccessiva. Uggetti intanto si è confidato con alcuni esponenti del Pd che sono andati a trovarlo in carcere: “Amareggiato che vicenda locale possa essere strumentalizzata”. Al gip avrebbe ammesso le sue colpe precisando: “Agito non per interesse”.
A cura di Francesco Loiacono
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Per Simone Uggetti, sindaco di Lodi arrestato martedì per turbativa d'asta, oggi è iniziato il terzo giorno all'interno del carcere di San Vittore. Potrebbe però essere uno degli ultimi: secondo il legale del primo cittadino – che nel frattempo è stato sospeso dalla carica e si è autosospeso dal suo partito, il Pd – a breve, anche domani, potrebbe arrivare la decisione del giudice per le indagini preliminari sulla scarcerazione del suo assistito.

Per molti il carcere è una misura eccessiva

Le dure misure cautelari, con la detenzione in carcere, sono uno degli aspetti dell'inchiesta di Lodi su cui si è arroventata la polemica politica. Uggetti è stato arrestato assieme a un'altra persona, l'avvocato Cristiano Marini, con l'accusa di turbativa d'asta. Una imputazione per la quale il carcere è sembrato a molti una misura cautelare eccessiva. Tra i critici anche il membro laico (cioè eletto dai partiti, in questo caso dal Pd) del Csm Giuseppe Fanfani, la cui richiesta di esaminare il caso ha suscitato le proteste di altri membri del Csm appartenenti alla corrente Area (vicina alla sinistra). Esaminando l'ordinanza del gip Isabella Ciriaco, in realtà, le condizioni per la misura cautelare scelta sembrano sussistere: ma si tratta di un aspetto giuridico abbastanza interpretabile.

Uggetti: "Stupito e amareggiato, vicenda locale strumentalizzata"

Mentre si decide sul suo futuro prossimo, Uggetti si è intanto confidato con gli esponenti del suo partito che sono andati a trovarlo in carcere. Alla delegazione, composta dal segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri, dal capogruppo al Pirellone Enrico Brambilla e dal consigliere regionale Fabio Pizzul, Uggetti ha espresso il proprio stupore e la propria amarezza: per essere "stato scaraventato dentro una cosa che non mi sarei mai aspettato" e per il timore – in realtà già una certezza – che una vicenda locale "possa essere strumentalizzata a livello nazionale per danneggiare il mio partito".

Da Uggetti ammissioni e precisazioni: "Agito per il bene della città"

Il legale di Uggetti, Pietro Gabriele Roveda, ha intanto chiarito quale sarà a grandi linee la strategia difensiva: "Ci difenderemo punto punto per punto. Questo è un reato dai confini labili". Il resto, però, sembra ormai essere stato accertato. Tanto che lo stesso Uggetti, secondo quanto riferito dal Corriere della sera, nel corso dell'interrogatorio di garanzia di ieri davanti al gip avrebbe in sostanza ammesso di aver truccato il bando per la gestione delle piscine comunali scoperte, dicendo però di averlo fatto "per il bene della città, non per interesse". A facilitare le indagini, nelle quali è entrato come indagato anche Luigi Pasquini, presidente della Wasken Boyz, potrebbe essere anche la scoperta degli hard disk dei computer del sindaco. Quelli che Uggetti e Marini volevano formattare, e che poi il sindaco ha fatto sostituire: erano nascosti in una stanza del municipio.

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