Inchiesta Expo, dopo le motivazioni della condanna il sindaco Sala pronto a ricorrere in appello
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, intende ricorrere in appello contro la condanna a sei mesi per falso (commutata in una sanzione pecuniaria da 45mila euro) inflittagli lo scorso luglio per la vicenda della Piastra di Expo. La decisione era già stata anticipata da Sala subito dopo una condanna, accolta dal sindaco con molta amarezza: "Una sentenza del genere dopo sette anni, per un vizio di forma, allontanerà tanta gente onesta e perbene dall'occuparsi della cosa pubblica – aveva detto a luglio l'ex commissario dell'Esposizione universale -. Si è processato il lavoro e io di lavoro ne ho fatto tanto". Dopo il deposito delle motivazioni della sentenza avvenuto ieri, il suo avvocato Salvatore Scuto ha confermato a Fanpage.it quella che sarà la strategia difensiva, per certi versi prevedibile, del sindaco: "È molto semplice: io sto già predisponendo l'impugnazione come è normale che sia – ha detto il legale – Poi si vedrà, perché il discorso della prescrizione (che dovrebbe scattare a novembre, ndr) è ancora da venire e si vedrà nel momento in cui si porrà il problema. Per adesso il processo non è prescritto e io vado avanti come se non si dovesse prescrivere", ha concluso Scuto. I tempi per impugnare la sentenza emessa agli inizi di luglio dai giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano sono di 45 giorni a partire da domani, venerdì 4 ottobre.
Sala è stato l'unico imputato condannato tra quelli a processo per la Piastra Expo
Al termine di un lungo iter processuale che aveva visto tra le altre cose la procura generale avocare a sé le indagini sulla Piastra Expo, l'appalto più importante della manifestazione che si è tenuta a Milano nel 2015, i magistrati inquirenti avevano chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del sindaco, indagato in qualità di amministratore delegato e commissario unico dell'Esposizione universale. La procura generale aveva chiesto per il primo cittadino milanese una condanna a un anno e un mese: i giudici, come emerso dalle motivazioni, hanno però riconosciuto all'ex commissario di Expo l'attenuante di aver "agito per motivi di particolare valore morale o sociale", e cioè quello di garantire l'apertura dell'Esposizione universale nei tempi previsti. Gli stessi giudici, nel motivare la sentenza di condanna, hanno però sottolineato che Sala avrebbe sottoscritto i due verbali sulla nomina della commissione di gara per l'appalto della piastra di Expo "consapevole delle illecite retrodatazioni". Tutti gli altri imputati che erano a processo assieme al sindaco, tra cui l'ex manager di Expo Angelo Paris accusato di falso in concorso con Sala, a luglio erano stati assolti. Un ulteriore motivo di amarezza per Sala, che, aspettando di capire cosa accadrà in caso di prescrizione, intende difendersi in appello.