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Incendio al deposito di rifiuti a Milano, Sala: “Punizione esemplare per i responsabili”

Il sindaco di Milano Sala ha parlato dell’incendio al deposito di rifiuti che non è ancora stato completamente domato dopo quattro giorni: “Bisogna sottolineare due fatti – ha detto ai microfoni di Rtl 102.5 – Il primo è che lì i rifiuti non potevano esser stoccati, il secondo è che, non nascondiamoci dietro un dito, l’incendio potrebbe essere doloso e i responsabili vanno identificati e colpiti in modo esemplare perché Milano lo chiede”. Sul rogo indaga anche la Direzione distrettuale antimafia.
A cura di Francesco Loiacono
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Il sindaco di Milano Beppe Sala ha parlato dell'incendio al deposito di rifiuti di via Chiasserini, a Milano, dove ancora oggi dopo quattro giorni i vigili del fuoco sono al lavoro per ultimare le operazioni di spegnimento: "Bisogna sottolineare due fatti – ha detto il primo cittadino ai microfoni di Rtl 102.5 – Il primo è che lì i rifiuti non potevano esser stoccati, il secondo è che, non nascondiamoci dietro un dito, l'incendio potrebbe essere doloso e i responsabili vanno identificati e colpiti in modo esemplare perché Milano lo chiede". Il sindaco è poi tornato sul tema del cattivo odore di bruciato che anche oggi (anche se in minore misura) si sente in alcune zone della città: "Per quanto riguarda il fumo e l'odore acre che si è diffuso in molte zone della città rassicuro i cittadini che per la salute non ci sono problemi, anche se in città c'è una brutta puzza. I tecnici di Arpa non sono degli irresponsabili", ha detto, in riferimento alle rassicurazioni giunte dal direttore generale dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale, Michele Camisasca.

Sul rogo indaga anche la Direzione distrettuale antimafia

Proprio oggi l'Arpa dovrebbe rendere noti i risultati dei campionamenti relativi a diossina e altre sostanze inquinanti, per i cui esami servono almeno 72 ore. Le condizioni meteo dei prossimi giorni, con tempo sostanzialmente stabile, favoriscono purtroppo l'accumulo di sostanze inquinanti. In ogni caso, le analisi nell'immediatezza del rogo avevano escluso la presenza di sostanze pericolose nell'aria. Sempre oggi sul luogo dell'incendio, divampato all'interno della ditta Ipb, che non aveva le autorizzazioni necessarie allo stoccaggio e dove nonostante ciò lo scorso giovedì erano stati scoperti 16mila metri cubi di rifiuti, è intervenuta per fare il punto della situazione anche la task force composta dagli assessori comunale e regionale all'Ambiente Marco Granelli e Raffaele Cattaneo, dalla vice sindaca di Milano Anna Scavuzzo e dai rappresentanti di Agenzia per la tutela della salute, vigili del fuoco, protezione civile e Arpa.

Sul rogo indaga, con l'ipotesi di reato di incendio colposo, la procura di Milano, con l'interessamento anche della Direzione distrettuale antimafia, competente sui traffici illeciti di rifiuti. Il pubblico ministero Donata Costa ha nominato un proprio consulente, l'ingegnere Massimo Bardazza (che ha già lavorato sulle stragi di via Brioschi e di Erba): dovrà analizzare la dinamica dell'incendio e capire quali rifiuti erano stati stoccati nel capannone.

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