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Incendio al deposito di rifiuti, nuovi focolai. Il Municipio: “Qui 15 siti di stoccaggio”. La mappa

Il Municipio 8 di Milano, la zona dove si trova il deposito di rifiuti andato a fuoco domenica 14 ottobre, ha elaborato una mappa con tutti i siti di stoccaggio e trattamento rifiuti presenti in zona. Sono 15, inclusa la Ipb di via Chiasserini: nella ditta intanto ieri si sono sviluppati nuovi focolai tra i cumuli di rifiuti. Il Municipio ha proposto una sorta di “rating d’impresa” per le aziende attive nel delicato settore dei rifiuti.
A cura di Francesco Loiacono
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La mappa dei siti di stoccaggio rifiuti nel Municipio 8 (foto di Enrico Fedrighini via Facebook)
La mappa dei siti di stoccaggio rifiuti nel Municipio 8 (foto di Enrico Fedrighini via Facebook)

Nuovi focolai si sono sviluppati nella giornata di ieri nel deposito di rifiuti andato a fuoco domenica 14 ottobre a Milano, in via Chiasserini. L'evento, che gli esperti definiscono prevedibile, dà comunque il senso della gravità del rogo in cui sono bruciati per cinque giorni 16mila metri di rifiuti (la cui esatta composizione sarà chiarita dall'inchiesta della magistratura), diffondendo l'odore acre di bruciato in vaste zone della città, anche centrali. Le operazioni di smassamento dei rifiuti (il materiale bruciato viene separato in mucchi più piccoli) da parte dei vigili del fuoco procedono: l'area non sarà completamente in sicurezza fino a quando tutti i materiali bruciati non verranno rimossi.

Sempre ieri, in serata, si è tenuto un importante appuntamento alla Commissione ambiente del Municipio 8. A fare da padrone di casa l'assessore Enrico Fedrighini, che fin dagli istanti successivi all'incendio aveva informato la cittadinanza su tutti gli sviluppi della vicenda. Nel corso dell'incontro funzionari di Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale), Agenzia per la tutela della salute e Città Metropolitana hanno rassicurato la cittadinanza soprattutto sui valori di diossina e altre sostanze inquinanti nell'aria: valori che erano già apparsi "medio-bassi" nell'immediatezza del rogo, ma che da giovedì scorso non sono addirittura più rilevabili. L'incontro di ieri è stato importante anche per un'altra ragione, e cioè capire come fare in modo che ciò che è successo non accada più: "Al di là di opportune modifiche legislative per aumentare controlli e incrementare pene (ho fiducia che il Ministro dell’Ambiente Costa proceda su questa strada), il tema ora è: in che modo, qui e ora, possiamo ridurre lo spazio d’azione sul nostro territorio per chi vuole fare il furbo con i traffici dei rifiuti, a spese della collettività?", ha scritto Fedrighini riassumendo quanto avvenuto ieri.

Tre passi sono già stati fatti dal Municipio 8: il primo è una mappatura di tutti i siti di stoccaggio e trattamento rifiuti presenti nel territorio municipale o al confine. Sono 15, inclusa la ditta Ipb (la mappa è la foto inserita nell'articolo). Il secondo passo è stato definito da Fedrighini una sorta di "controllo sociale": "L'attivazione di un punto locale di raccolta di eventuali segnalazioni su traffici, movimenti e situazioni anomale che dovessero verificarsi nelle zone dove tali impianti sono insediati". Il terzo passo è partire dagli errori fatti alla Ipb (un sopralluogo fatto tre giorni prima del rogo aveva rivelato la presenza di rifiuti che non potevano essere lì, non avendo l'azienda le necessarie autorizzazioni: perché il sito, andato in fiamme tre giorni dopo, non era stato sottoposto a sorveglianza?) per capire come migliorare la prevenzione di eventi come quello di via Chiasserini: "Una proposta è quella di creare – per lo specifico e delicato settore del trattamento rifiuti – qualcosa di simile a un ‘rating di impresa'", ha spiegato Fedrighini, suggerendo di intensificare i controlli per le aziende senza una "storia" e un'esperienza nel settore alle spalle.

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