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Incendio al deposito di rifiuti a Milano, il Comune: “Finestre chiuse fino a venerdì sera”

I primi risultati delle analisi dell’Arpa sull’incendio al deposito di rifiuti in via Chiasserini, a Milano, hanno evidenziato livelli di diossina non preoccupanti. A scopo precauzionale, però, l’assessore all’Ambiente Marco Granelli ha invitato tutti i cittadini delle zone a ridosso del deposito e dei quartieri in cui si sente ancora l’odore di bruciato a tenere le finestre chiuse fino a venerdì sera.
A cura di Francesco Loiacono
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Il deposito di rifiuti andato in fiamme (Foto: Comune di Milano)
Il deposito di rifiuti andato in fiamme (Foto: Comune di Milano)

Nessun rischio diossina dopo l'incendio al deposito di rifiuti a Milano, anche se nell'immediatezza del rogo i valori della sostanza tossica (come avviene solitamente) sono stati più alti della soglia di pericolo fissata dall'Organizzazione mondiale della sanità (ma relativa a esposizioni prolungate). In ogni caso, a scopo precauzionale, l'assessore all'Ambiente di Milano, Marco Granelli ha comunque invitato tutti i residenti vicino al deposito (zona Bovisasca) e in quei quartieri della città dove si sente ancora l'odore acre di bruciato a tenere le finestre chiuse fino a venerdì sera: "Precauzionalmente invitiamo fino a domani sera a mantenere queste precauzioni: chiudere le finestre, cercare di andare all'esterno il meno possibile, fare altrove manifestazioni. Domani teniamoci ancora questo, i dati non ci danno preoccupazioni, ma anche solo per il fastidio causato dal cattivo odore è bene mantenere queste precauzioni fino a venerdì sera".

I risultati delle analisi dell'Arpa: Nessun rischio diossina

I risultati delle analisi effettuate subito dopo l'incendio dai laboratori di Arpa Lombardia sono stati diffusi oggi e sono relativamente tranquillizzanti: "Durante le prime fasi dell'incendio, il valore della concentrazione totale delle diossine e dei furani (PCDD-DF) è risultato pari a 0.5 picogrammi per metrocubo, in termini di tossicità equivalente, a conferma di una parziale alterazione della qualità dell’aria dovuta all’evento in corso – spiega l'Agenzia regionale per la protezione ambientale in una nota – I valori registrati nelle prime ore dell’evento rientrano nella fascia inferiore della casistica riferita agli incendi più importanti avvenuti dal 2017 in Lombardia. In proposito, si ricorda che l’andamento di questi inquinanti è particolarmente legato alle condizioni meteo che, quella notte, erano favorevoli alla dispersione della colonna di fumo verso l’alto".

L'Arpa ricorda poi come per la diossina non sia previsto un limite di legge, ma ci sono solo raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che però si riferiscono a esposizioni “cronicamente” prolungate nel tempo (un anno e oltre), "che incidono sul computo cumulativo delle esposizioni a queste sostanze nel corso della vita di una persona, individuando un valore di riferimento per esposizioni prolungate pari a 0,3 picogrammi per metrocubo, espressa in termini di tossicità equivalente, come livello al di sopra del quale è necessario  individuare la possibile sorgente emissiva e controllarla nel tempo".

Nessun rischio anche per altre sostanze inquinanti: "Le concentrazioni degli IPA, gli idrocarburi policiclici aromatici, rilevate in via Chiasserini – e, in particolare quelle di Benzo(a)pirene, benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene e benzo(j)fluorante – sono risultate coerenti con i valori che in Milano città vengono misurati nel periodo invernale. Oggi l’incendio è in fase di spegnimento, ma i campionamenti sui microinquinanti rimangono attivi e dureranno almeno fino al termine della fase emergenziale. I risultati delle analisi, che man mano si stanno completando, sembrano – prosegue la nota – in ogni caso confermare i trend di valori di concentrazione della fascia medio bassa, rispetto ad altri casi analoghi".

Ulteriori rassicurazioni sono giunte anche in merito ai cattivi odori che si sono sentiti in città: "Dall’inizio dell’evento Arpa ha inoltre costantemente proseguito con i monitoraggi degli inquinanti ‘tradizionali', attesi nei casi di incendio, fra i quali, ad esempio, monossido di carbonio, ammoniaca, acido solfidrico, anidride solforosa, ossidi di azoto. Già nelle prime ore del rogo, le strumentazioni di pronto intervento, a risposta immediata, avevano escluso valori anomali di queste sostanze nell’aria della zona interessata dall’incendio. Inoltre, nei giorni seguenti, le misure si sono estese anche in altri punti della città – fra i quali le stazioni MM1 Lotto, Wagner e Buonarroti – in base alle segnalazioni di forti odori di bruciato da parte dei cittadini. I monitoraggi hanno confermato l’assenza di valori anomali, nonostante il disagio e la presenza di odori sicuramente riferibili all’incendio".

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