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Covid 19

In Lombardia anche la commissione d’inchiesta Covid è un teatro dell’assurdo, tra veti e ripicche

Il 26 aprile il Consiglio regionale ha istituito la commissione d’inchiesta Covid-19, incaricata di accertare gli errori commessi e le responsabilità politiche del disastro. Oltre due mesi dopo i lavori non sono ancora partiti perché manca il presidente, la cui elezione è bloccata dall’ostruzionismo della maggioranza di centrodestra e da un mix di veti incrociati, accuse e ripicche. Un “tutti contro tutti” che ha portato a uno stallo prolungato e intollerabile.
A cura di Simone Gorla
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"State a casa". Il 18 marzo la facciata del Pirellone, la sede del Consiglio regionale della Lombardia, si illuminava per comporre le parole che i cittadini si sono sentiti ripetere all'infinito nel mesi dell'emergenza coronavirus. Accompagnate spesso da "andrà tutto bene", un'affermazione che i fatti hanno tragicamente smentito. Nella regione più colpita dal Covid-19, la forza dell'ondata pandemica e il disastro della gestione sanitaria hanno prodotto oltre 16mila morti. Un trauma che solo il tempo e la verità potranno permettere di superare, a cui proprio l'istituzione rappresentata dal grattacielo Pirelli sta aggiungendo un nuovo capitolo degno del teatro dell'assurdo. 

Il 26 aprile il Consiglio regionale ha istituito la commissione d’inchiesta Covid-19, incaricata di accertare gli errori commessi e le responsabilità politiche del disastro. Ma oltre due mesi dopo i lavori non sono ancora partiti perché manca il presidente, la cui elezione è bloccata dall'ostruzionismo della maggioranza di centrodestra e da un mix di veti incrociati, accuse e ripicche. Un "tutti contro tutti" che ha portato a uno stallo prolungato e intollerabile.

Le minoranze, cui spetta la nomina del presidente che deve poi essere votato dall'aula, hanno indicato in modo unitario il consigliere regionale del Pd, Jacopo Scandella. Sull'esponente dem c'è però il netto veto del centrodestra. La maggioranza non ha perdonato infatti la mozione di sfiducia contro l'assessore Gallera presentata durante l'emergenza e ora è determinata a impedire in tutti i modi che la commissione sia guidata dal Pd.

Il secondo episodio che ha inasprito il conflitto è stato il colpo di mano con cui, all'inizio di giugno, la maggioranza a guida leghista ha eletto presidente la consigliera di Italia Viva, Patrizia Baffi. Un voto legittimo, dal momento che si trattava di un esponente delle minoranze come previsto dal regolamento, ma che ha fatto infuriare dem e 5 stelle, bypassati e tagliati fuori. Quando i due principali partiti di opposizione al Pirellone hanno annunciato che avrebbero boicottato i lavori presieduti dalla consigliera di Italia Viva, avviando in parallelo un'altra commissione, Baffi si è dimessa dalla carica, riportando il gioco alla casella di partenza. 

Da allora tutto è rimasto fermo. Più passano le settimane e più la situazione è difficile da giustificare davanti ai cittadini. Come sbloccare uno stallo sempre più imbarazzante? Al momento pare che l'unica possibilità sia trovare un nome nuovo che il centrodestra, che non è disposto a fare sconti su Scandella, non possa rifiutare. A quanto si apprende, anche da parte del Movimento 5 Stelle ci si aspetta a questo punto un cambio di candidato, che permetta di uscire dall'impasse. Ma il consigliere pentastellato Dario Violi avverte: "Non accettiamo veti né candidature singole che facciano comodo al centrodestra".

I consiglieri delle minoranze Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti), Michele Usuelli (+Europa-Radicali) e Niccolò Carretta (Azione) chiedono intanto a Pd e M5S di "integrare quanto prima i loro commissari", come primo gesto per iniziare i lavori entro luglio. Nessuno però sembra voler fare una mossa distensiva per uscire dallo stallo. Così i lombardi rischiano di veder passare tutta l'estate senza che la commissione abbia anche solo iniziato a lavorare. 

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