In Lombardia 79.369 contagi da Coronavirus e 14.611 morti: meno di 500 persone in terapia intensiva
Il bollettino dell'emergenza Coronavirus in Lombardia di oggi, mercoledì 6 maggio. Sono 79.369 i casi confermati di Coronavirus, in aumento di 764 unità rispetto a ieri (130 dei quali, dice la Regione, rendicontati oggi da aprile scorso). Diminuiscono di 122 i pazienti ricoverati in ospedale, ora a quota 6.079 (ieri erano 6.201), e le persone ricoverate in terapia intensiva, in calo di 29 e arrivate a 480 unità (ieri erano 509). Aumentano i dimessi, e purtroppo anche i decessi: le persone morte a causa del Covid-19 dall'inizio della pandemia sono arrivate a 14.611, sono 222 quelle decedute nelle ultime 24 ore. Il totale dei tamponi effettuati in Lombardia è arrivato a 439.806.
I contagi nelle province: più di 20.000 casi a Milano
La provincia più colpita della Lombardia è sempre quella di Milano, dove sono arrivati a 20.711 i casi accertati (+243, 70 dei quali riscontrati ad aprile), di cui 8.680 in città (+91). In provincia di Brescia i contagi sono 13.267 (+99), mentre a Bergamo sono 11.587 (+37). A Cremona i casi sono arrivati a 6.151 (+21), nella provincia di Monza Brianza 4.893 (+12), a Pavia 4.621 (+70), a Mantova 3.217 (+2), a Varese 3.018 (+67, 60 dei quali riscontrati ad aprile), a Como 3.401 (+37), a Lodi 3.155 (+41), a Lecco 2.381 (+10) e a Sondrio 1.230 (+7).
A Cremona chiude l'ospedale da campo
La conferma del trend positivo con la riduzione dei contagi, dei ricoveri e delle persone in terapia intensiva, arriva anche da Cremona dove nei prossimi giorni verrà smontato l'ospedale da campo realizzato con l'aiuto dell'organizzazione senza scopi di lucro Samaritan's Purse. Le tende in cui sono stati curati decine di pazienti che non potevano essere predi in carico dal nosocomio della città, hanno contribuito per circa due mesi. E ieri, per la prima volta da 73 giorni, a Cremona non si sono registrati decessi per Covid-19. La situazione, insomma, sta progressivamente migliorando, ma occorre non abbassare la guardia per evitare di essere sopraffatti da una seconda ondata.