Imputazione coatta per l’infermiera che accusò Antinori: avrebbe calunniato il ginecologo
Svolta, l'ennesima, nella vicenda che vede imputato il noto ginecologo Severino Antinori con l'accusa principale di aver prelevato forzatamente degli ovuli a una infermiera spagnola. Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Luigi Gargiulo, ha infatti disposto per la ragazza l'imputazione coatta per il reato di calunnia. Nell'ambito della procedura penale significa che il giudice ha riscontrato nei confronti dell'infermiera, principale accusatrice di Antinori, prove tali da giustificare un processo. La procura di Milano avrà adesso dieci giorni di tempo per formulare il capo di imputazione per la giovane e ne dovrà poi chiedere il rinvio a giudizio, che alla luce dei fatti appare scontato. Per il gip l'infermiera avrebbe "falsamente accusato, mediante denuncia-querela", il noto ginecologo di origine abruzzese.
Antinori, dall'arresto al processo: la vicenda
La bufera giudiziaria che vede al centro il medico 71enne, pioniere della fecondazione assistita, è iniziata nel maggio del 2016, quando Antinori era stato arrestato a Roma dai carabinieri su richiesta della procura della Repubblica di Milano. È nel capoluogo lombardo, infatti, per la precisione nella clinica Matris che si trova in via Dei Gracchi (poi posta sotto sequestro dalla magistratura), che sarebbe avvenuto il presunto espianto forzoso di alcuni ovuli ai danni di una infermiera spagnola di 24 anni. La denuncia della ragazza ha portato all'arresto e al successivo processo per il ginecologo, che si è sempre proclamato innocente. Alla prima udienza si era presentato con un tatuaggio ben visibile sul petto, protestando contro quello che secondo lui era un processo alla "libertà di scienza". Il ginecologo, difeso dai legali Carlo Taormina, Tommaso Pietrocarlo e Gabriele Vitiello, si era anche paragonato a Enzo Tortora dicendo di essere "vittima del più grave errore giudiziario degli ultimi 30 anni".
Antinori è a processo anche per una presunta estorsione
Va detto che Antinori, che dopo il suo arresto ha trascorso anche alcuni giorni in carcere, ritornando poi ai domiciliari e infine all'obbligo di dimora, è imputato anche per altri reati: oltre al principale, il prelievo degli ovuli, è accusato anche di estorsione per aver preteso 28mila euro da una coppia che si era rivolta a lui per una fecondazione assistita. I due diversi filoni sono stati uniti all'interno di uno stesso procedimento.
Il Riesame aveva derubricato il reato da rapina a violenza privata
Alcuni giorni dopo il suo arresto era stato il tribunale del Riesame il primo a mettere in dubbio l'attendibilità della 24enne spagnola, che comunque si è costituita parte civile al processo: i giudici avevano infatti derubricato l'accusa principale nei confronti di Antinori da rapina a violenza privata, cancellando anche l'accusa di rapina del cellulare dell'infermiera. I legali del ginecologo avevano affermato: "Un primo passo verso la ricerca della verità e l'estraneità di Antinori per i fatti per i quali è stato arrestato". Successivamente il Riesame aveva anche dissequestrato gli embrioni custoditi alla clinica Matris.