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Antinori, l’accusa passa da rapina a violenza privata: il caso si sgonfia?

Il tribunale del Riesame ha derubricato l’accusa a Severino Antinori da rapina a violenza privata, reato che prevede pene molto più basse. Cancellate inoltre le accuse che riguardano la rapina del cellulare alla giovane infermiera che ha denunciato il ginecologo, accusandolo di averle prelevato degli ovuli contro la sua volontà. Antinori resta comunque ai domiciliari.
A cura di Francesco Loiacono
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La bufera giudiziaria che ha travolto il ginecologo Severino Antinori è destinata a sgonfiarsi? In questo senso sembrano andare due decisioni del tribunale del Riesame nei confronti del noto medico 71enne, arrestato lo scorso 13 maggio con l'accusa di aver prelevato otto ovuli a una giovane infermiera spagnola. I giudici del Riesame hanno derubricato l'accusa nei confronti di Antinori da rapina (che prevede un massimo di 20 anni di pena) a violenza privata (per il quale la pena è al massimo di 4 anni di reclusione). Inoltre, hanno cancellato anche l'accusa di rapina del cellulare: il medico era accusato di aver sottratto il telefonino alla 23enne spagnola che, con la sua denuncia, ha dato origine alla bufera giudiziaria che da 20 giorni ha riportato il medico sotto i riflettori.

Il ginecologo resta comunque ai domiciliari

Va detto che Antinori resta però tuttora agli arresti domiciliari nella sua casa romana: vi è ritornato dopo un periodo nel carcere di Regina Coeli, dovuto all'aver rilasciato delle interviste che non avrebbe potuto rilasciare. Resta anche sotto sequestro la clinica milanese di Antinori, la Matris, che è il luogo dove sarebbe avvenuta la "violenza privata". I legali di Antinori, Carlo Taormina e Tommaso Pietrocarlo, considerano comunque la decisione del Riesame come "un primo passo verso la ricerca della verità e l'estraneità di Antinori per i fatti per i quali è stato arrestato". Secondo gli avvocati i giudici avrebbero per la prima volta messo in dubbio l'attendibilità della giovane infermiera spagnola a cui il pubblico ministero e il giudice per le indagini preliminari avevano creduto. Non resta adesso che attendere una nuova puntata della vicenda, con la speranza che alla fine davvero venga fuori la verità.

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