Il virologo Pregliasco: “Attenti alle patenti di immunità, test sierologici hanno validità relativa”
L'andamento dei casi di contagio da Coronavirus in Lombardia e in tutta Italia. E il tema delle "patenti di immunità" da rilasciare sulla base dei test sierologici in vista di quella "riapertura" del Paese di cui sempre più spesso si inizia a parlare. Sono alcuni dei temi affrontati dal professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in un'intervista con Fanpage.it.
Professore, come giudica gli ultimi dati sull'andamento della pandemia di Covid-19 nel nostro Paese?
Sono segnali positivi che rinfrancano nell'andare avanti. Si tratta ancora di un andamento lineare, sono sempre nuovi casi ma sempre meno, si ritorna a una situazione meno drammatica. Le Regione del Sud tengono, rimangono Milano e provincia come situazioni a rischio.
Dal suo osservatorio, la pressione negli ospedali milanesi è diminuita?
Sì, è minore e questo è un buon segno.
Anche oggi il sindaco di Milano Beppe Sala è tornato a parlare della ripartenza, del "dopo" Coronavirus.
Non ci saranno subito zero casi, i vari modelli pur nelle loro imprecisioni ci dicono che verso il 22-25 aprile si arriverà a una situazione in cui non ci saranno zero casi, ma ce ne saranno pochi. E qui sarà eventualmente una decisione della politica dover dire: bisogna andare avanti, anche se qualcuno continuerà a morire.
Il picco che lei indica è relativo alla Lombardia?
Complessivamente, in Italia. Non sarà magari precisamente il 22 o il 25, ma potrà essere alla fine del mese di aprile.
Come sarà la ripartenza?
Il primo elemento da dire è questo: che quando si ripartirà si dovrà pensare anche a richiusure parziali in caso di nuovi focolai. Il grosso del lavoro sarà riorganizzare le modalità con cui individuare nuovi focolai e bloccarli. Con pochi casi si può tornare a fare una serie di tamponi e indagini epidemiologiche per andare a individuare i contatti stretti e i singoli casi, sul modello di Vo' Euganeo.
Cosa succederà per le aziende?
Sicuramente le aziende, tramite i loro responsabili del servizio prevenzione e protezione (Rspp) dovranno rivedere i documenti di valutazione del rischio (Dvr) per ripensare a quelle situazioni che potrebbero portare a situazioni di troppa vicinanza, quindi una revisione delle modalità organizzative.
E per quanto riguarda la nostra vita sociale?
Gli aspetti della socialità saranno gli ultimi a ripartire. Si deve immaginare che le discoteche rimarranno chiuse, le partite di calcio saranno senza pubblico, nei bar e ristoranti i tavoli dovranno essere distanziati almeno due metri tra loro per poter far passare i camerieri con adeguati dispositivi di protezione e gli stessi tavoli non dovranno essere affollati.
Lo stadio bisognerà dunque dimenticarlo per un po'.
Stadi, discoteche, anche i concerti e tutti i grandi eventi di massa.
Per quanto riguarda aspetti quotidiani dei cittadini, come i trasporti?
Bisognerà pianificare i trasporti in maniera che non siano affollati, e questo comporterà tempi di trasporto più lunghi, perché non potranno esserci le metro di un tempo. I datori di lavoro dovranno adeguarsi, magari con orari sfalsati.
Un altro aspetto legato alla ripartenza sono i test sierologici, di cui si discute anche oggi a proposito delle cosiddette "patenti di immunità".
Sono ancora da validare, ma non risolvono il problema. Non è che facendo un test dai subito una "patente di immunità". Il test positivo Igg si può evidenziare in diverse situazioni, a malattia ancora in atto, bisogna quindi fare anche un tampone.
Quindi il test sierologico da solo ha una validità relativa?
Sì, il test va provato a distanze diverse, perché ci sono due tipi di immunoglobuline (anticorpi che il nostro organismo produce in caso di contagio, ndr): quelle cosiddette Igm che vanno dai 7 ai 20 giorni, e sono il segno di un'infezione in atto, sostanzialmente, con però un periodo "finestra" di una settimana. E poi ci sono le Igg che cominciano dal 14esimo giorno e possono essere associate alla protezione successiva, ma che ovviamente ci sono già durante la malattia. C'è l'ulteriore difficoltà di dover fare comunque un tampone, verificare se è positivo o negativo per poter dire che quella positività è solo un segno della pregressa infezione.
Quindi secondo lei si sta dando troppa importanza a questi test e alle "patenti" in vista della riapertura?
È inutile perché comunque in ogni caso hanno un margine di errore, di falsi positivi.
Quindi anche quando questi test saranno validati servirà agire con prudenza e tenere in maggior considerazione sempre i dati e la curva dei contagi?
Esattamente.