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Il Tar boccia Regione Lombardia sui test sierologici: “Illegittimo l’accordo con DiaSorin”

Il Tar della Lombardia ha annullato l’accordo stipulato dalla Fondazione San Matteo di Pavia con la DiaSorin per i test sierologici sviluppati dall’azienda. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso della Technogenetics e rilevato l’alterazione della concorrenza. A metà aprile la Regione, tramite la centrale acquisti Aria, aveva comprato 500mila test per un valore di 2 milioni di euro.
A cura di Simone Gorla
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È arrivata questa mattina la sentenza del Tar della Lombardia che ha accolto il ricorso della Technogenetics e annullato l'accordo stipulato dalla Fondazione San Matteo di Pavia con la DiaSorin per la realizzazione dei test sierologici per rilevare gli anticorpi per il coronavirus.

Uso illegittimo di risorse pubbliche: atti trasmessi alla Corte dei Conti

I giudici amministrativi hanno rilevato l’alterazione della concorrenza poiché “mediante l’accordo, il Policlinico ha consentito ad un particolare operatore economico, scelto senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica, ancorché non tipizzata, di conseguire un nuovo prodotto, che rimane nell’esclusiva disponibilità e commerciabilità dell’operatore stesso”.

DiaSorin: Sempre agito correttamente e rispettando le regole

Il Tar ha annullato la determina che definiva l'accordo, condannato la Fondazione Ircss. Policlinico San Matteo e Diasorin al pagamento delle spese processuali e disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti poiché "mediante l’accordo in questione e l’approvazione della proposta avanzata da Diasorin, la Fondazione San Matteo ha impegnato risorse pubbliche, materiali ed immateriali, con modalità illegittime, sottraendole, in parte qua, alla loro destinazione indisponibile. Decisione che la Diasorin, fa sapere in una nota, accoglie con sorpresa: "Evidentemente il Tar della Lombardia non ha correttamente interpretato la natura dell'accordo intercorso con il San Matteo", si legge nel commento della società che ribadisce di avere sempre operato nell'ambito della correttezza e del pieno rispetto delle regole e di aver già dato ai propri legali mandato di proporre immediatamente appello avanti il Consiglio di Stato.

Ad aprile l'acquisto senza gara di 500mila test

La vicenda che riguarda i test sierologici in Lombardia era iniziata il 23 marzo con una determina che definiva l'accordo tra la DiaSorin, multinazionale di Vercelli che si occupa di immunodiagnostica e diagnostica molecolare che, e la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, per la validazione del test sierologico sviluppato dalla DiaSorin. Il contratto prevedeva, in cambio del servizio offerto dai laboratori di virologia, il pagamento di 50mila euro all'ospedale e una royalty dell'1 per cento per ogni test venduto. A metà aprile la Regione aveva comprato direttamente, tramite la centrale Aria, 500mila test DiaSorin-San Matteo per un valore di 2 milioni di euro.

Il ricorso di Technogenetics

La Technogenetics, un'azienda farmaceutica di Lodi, aveva però avviato un'azione legale (e un esposto alla Procura di Milano) per una possibile violazione della concorrenza, chiedendo l'annullamento della "proposta di collaborazione avanzata dalla Diasorin per la valutazione di test sierologici e molecolari per la diagnosi di infezione da SARS-Cov-2 a cura del Laboratorio di Virologia Molecolare, sotto la responsabilità scientifica del prof. Fausto Baldanti". Il Tar della Lombardia, il 23 aprile, si era pronunciato spiegando che "l’accordo quadro stipulato tra la Fondazione e Diasorin non sembra esaurirsi in un puro accordo di collaborazione scientifica" ma presenta "precisi vantaggi economici e conseguente valore di mercato sottratto al confronto concorrenziale”. I giudici amministrativi non avevano sospeso l'accordo, rinviando la decisione. Nel frattempo la centrale acquisti regionale era corsa ai ripari con un'altra gara vinta da Roche. Il progetto dell'amministrazione era quello di far convivere i due test, ma la decisione del Tar potrebbe ora stravolgere il piano regionale, che ora rischia di dover essere rivisto da zero.

“È da due mesi che faccio accessi agli atti e depositiamo interrogazioni sia regionali che alla camera per fare chiarezza sulla questione", è il commento del consigliere regionale M5S, Massimo De Rosa, che aveva denunciato a Fanpage.it le criticità dell'operazione. "Venerdì scorso ho depositato l'ennesima interrogazione proprio per chiedere conto del possibile danno erariale, sono curioso di conoscere la risposta della Giunta". Per la segretaria metropolitana del Pd Milano, Silvia Roggiani, la sentenza del Tar è "l'ennesima ombra in una gestione fallimentare dell'emergenza sanitaria in Lombardia. Sulla questione screening siamo colpevolmente indietro nella nostra regione, quella che conta quasi l'80% dei contagi nazionali e la sola ancora priva di una vera strategia nel tracciamento del virus".

La Diasorin: Il Tar ha mal interpretato l'accordo

In merito al pronunciamento del Tar è arrivato anche il commento dell'azienda Diasorin, che in una nota pubblicata dall'agenzia Ansa ha spiegato di aver "accolto con sorpresa" la decisione del tribunale amministrativo che, stando alla multinazionale, "non ha correttamente interpretato la natura dell'accordo intercorso con il San Matteo". L'azienda di diagnostica ha poi comunicato di aver dato mandato ai propri legali per presentare appello davanti al Consiglio di Stato, ribadendo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole.

Fontana: Non sono parte attiva della faccenda

A tal proposito, il presidente della Regione Lombardia ha dichiarato al Tgr Lombardia: "Non sono parte attiva della faccenda, so per certo che il San Matteo farà ricorso al Consiglio di stato come è legittimo fare nel caso non si ritenga che la decisione non sia corretta".

La Technogenetics: Guardiamo con favore alla sentenza del Tar della Lombardia

In un comunicato stampa, diramato nel tardo pomeriggio di oggi, la Technogenetics ha dichiarato di guardare "con favore alla sentenza del Tar della Lombardia relativa all'accordo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin sui test sierologici". Inoltre, l'amministratore delegato dell'azienda farmaceutica, Salvatore Cincotti, ha dichiarato che "la sentenza parla da sé. Ci riteniamo soddisfatti perché accoglie in pieno le principali istanze contenute nel ricorso che abbiamo presentato. "In particolare – ha continuato – il rispetto delle normative relative ai pubblici acquisti e l’esigenza di non alterare la concorrenza, specie in un momento così delicato determinato dall’emergenza Covid". Cincotti ha poi chiosato confermando "la nostra piena fiducia nella cooperazione pubblico-privato nel rispetto dei ruoli e delle norme".

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