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Il sindaco Sala commemora le vittime dell’eccidio fascista di piazzale Loreto: “Legge Mancino non è un orpello”

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha partecipato questa mattina alla commemorazione delle vittime dell’eccidio fascista di piazzale Loreto, di cui ricorre il 74esimo anniversario: “Quando sento un ministro della Repubblica trattare la legge Mancino come un orpello credo che Milano si debba ribellare – ha detto Sala – in questi ultimi tempi sono accaduti fatti gravissimi”. All’alba del 10 agosto 1944 furono 15 gli antifascisti e partigiani fucilati in piazzale Loreto.
A cura di Francesco Loiacono
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La stele che ricorda i nomi dei martiri di piazzale Loreto (LaPresse)
La stele che ricorda i nomi dei martiri di piazzale Loreto (LaPresse)

All'alba del 10 agosto del 1944, quindici antifascisti e partigiani che erano detenuti nel carcere di San Vittore a Milano vennero portati in piazzale Loreto e uccisi dai fascisti di un corpo militare della Repubblica sociale italiana, la legione autonoma Ettore Muti. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha partecipato questa mattina alla commemorazione delle vittime dell'eccidio fascista di piazzale Loreto, di cui ricorre il 74esimo anniversario. Davanti alla stele che ricorda il sacrificio dei quindici partigiani, fucilati per rappresaglia per un attentato avvenuto tre giorni prima e che aveva fatto sei vittime tra i civili, il primo cittadino è intervenuto sulle recenti dichiarazioni del ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, leghista, che aveva affermato di voler abrogare la legge Mancino: "Quando sento un ministro della Repubblica trattare la legge Mancino come un orpello credo che Milano si debba ribellare, non è indispensabile essere maggioranza per far vincere le proprie idee", ha detto Sala.

La legge Mancino risale al 1993 e prende il nome dall'allora ministro dell'Interno, il democristiano Nicola: condanna azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, che incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali e punisce anche l'utilizzo di simbologie legate ai movimenti politici nazifascisti. Già nel 2014 la Lega aveva proposto un referendum per abrogarla, anche se è stata oggetto di critiche pure da sinistra: c'è chi sostiene che abbia reso in un certo senso più affascinante l'estremismo di destra agli occhi dei giovani, attirati per natura dal fascino del proibito. Tra le bandiere dell'Anpi, Associazione nazionale dei partigiani d'Italia, il sindaco Sala ha proseguito: "Quello che stiamo vivendo non è un momento drammatico, ma in questi ultimi tempi sono accaduti fatti gravissimi, non dobbiamo tollerare neppure la malcelata accettazione di tanti piccoli segni che vogliono portare sotto una luce diversa gli anni bui del Ventennio". Alla cerimonia commemorativa ha partecipato anche il presidente dell'Anpi provinciale di Milano, Roberto Cenati.

L'eccidio di piazzale Loreto: i nomi delle 15 vittime

Questi i nomi dei 15 partigiani che vennero uccisi il 10 agosto del 1944: Umberto Fogagnolo, Domenico Fiorani, Vitale Vertemati, Giulio Casiraghi, Tullio Galimberti, Eraldo Soncini, Andrea Esposito, Andrea Ragni, Libero Temolo, Emilio Mastrodomenico, Salvatore Principato, Renzo del Riccio e Angelo Poletti, Gian Antonio Bravin, Vittorio Gasparini. Sulla stele che li ricorda, al centro di piazzale Loreto, c'è scritto: "Alta l'illuminata fronte, caddero nel nome della libertà".

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