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Il carcere non serve: pedofilo condannato a curarsi dal tribunale di Milano

Il tribunale di Milano ha imposto a un uomo di 52 anni condannato per pedofilia di seguire, anche dal carcere, un percorso clinico-terapeutico per limitare le sue pulsioni sessuali, riconoscendone il disvalore. Il 52enne, attualmente detenuto a Pavia per abusi su due bimbe, sarà comunque sottoposto anche ad altre misure di prevenzione più tradizionali.
A cura di Francesco Loiacono
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La reclusione in carcere non è servita. E così, per la prima volta a Milano, il tribunale ha imposto a un uomo di 52 anni condannato per pedofilia, nel frattempo scarcerato e poi arrestato nuovamente per abusi su altre bimbe, di sottoporsi a un programma "clinico-terapeutico" per limitare le sue "pulsioni sessuali". La decisione è stata presa dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale, presieduta da Fabio Roia. I giudici hanno disposto una "ingiunzione terapeutica" per l'uomo, che nel 2004 era stato arrestato per una violenza ai danni di una bambina e successivamente, una volta scontata la condanna e tornato libero, era stato arrestato nuovamente per abusi su altre due bambine, una di cinque e una di appena due anni.

Il pedofilo sarà comunque sottoposto ad altre misure di prevenzione

La detenzione in carcere non ha prodotto alcun effetto "sul piano rieducativo", hanno stabilito i giudici. Per questo, tenendo conto della "sistematica ricaduta nel comportamento illecito", connessa a "un disturbo della sessualità non controllabile", i magistrati hanno imposto all'uomo di seguire un percorso di cure. Lo stesso detenuto, che è affetto anche da un ritardo mentale, ha acconsentito alla decisione: adesso contatterà gli esperti del Cipm (Centro italiano per la promozione della mediazione), diretto dal criminologo Paolo Giulini, per un programma "clinico-terapeutico" che lo porti a "prendere coscienza del forte disvalore delle condotte violente in una prospettiva di contenimento degli impulsi sessuali". Il percorso terapeutico, proposto dalla questura, inizierà già durante il periodo di detenzione: l'uomo sta infatti scontando una condanna a quattro anni e quattro mesi nel carcere di Pavia. Una volta scontata la nuova condanna il 52enne dovrà continuare a seguire il percorso terapeutico, ma sarà sottoposto anche ad altre misure di prevenzione più tradizionali: sarà sorvegliato speciale per due anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e non potrà avvicinarsi ad asili, scuole, parchi e altri luoghi frequentati dai minori.

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