I disabili bocciano Expo 2015: poca assistenza e servizi in ritardo
Dura la vita all'Expo di Milano per chi è disabile. Un articolo del quotidiano Il Giorno sottolinea infatti tutte le mancanze, i ritardi e le inefficienze che attendono all'interno del sito di Rho-Pero tutti i visitatori con disabilità. Problemi che vanno ad aggiungersi a quelli già denunciati in questi primi dieci giorni dell'Esposizione universale: su tutti lo spreco di cibo e i prezzi troppo elevati per mangiare, due elementi in stridente contraddizione con una manifestazione che si dovrebbe occupare di come garantire a tutti la corretta alimentazione.
Adesso sulle scrivanie degli organizzatori della società Expo 2015 Spa si stanno accumulando le critiche dei visitatori disabili che in questi primi giorni si sono recati all'Expo. Tra le lamentele figurano la mancanza di sedie a rotelle o carrozzine a motore da affittare, l'assenza della segnaletica luminosa e della traduzione nella lingua dei segni per le persone sorde e la presenza solo parziale della pista tattile, ossia del percorso che dovrebbe accompagnare le persone cieche. Il tutto mentre alcune mappe in linguaggio braille sono pronte, ma imballate e in attesa di essere montate.
Per avere tutti i servizi i disabili dovranno aspettare fine maggio
I ritardi e la relativa corsa per fronteggiarli, minimo comune denominatore dell'Esposizione di Milano, sembrano aver colpito in maniera particolare i visitatori più svantaggiati. Che dovranno pazientare probabilmente almeno fino alla fine di maggio per poter godere appieno dei padiglioni di Expo, come confermano dalla società: "Siamo in una fase di rodaggio, stiamo raccogliendo le segnalazioni dei visitatori e lavorando con le associazioni. Verso fine mese faremo un bilancio di questo test e una comunicazione completa", afferma Fosca Nomis, responsabile dei servizi ai disabili per Expo 2015. Non tutto, è bene specificarlo, è responsabilità della società Expo. Ogni padiglione risponde ad esempio delle proprie mancanze. Poco importa, però, per un visitatore disabile, per il quale alla fine il risultato è lo stesso: sentirsi ai margini della grande festa rappresentata dall'Expo.
"Siamo stati trascurati – afferma difatti Luigi Mattiato, portavoce della sezione milanese dell’Ente nazionale sordi (Ens) -. Faccio un esempio: mentre Regione Lombardia ha chiesto di tradurre i filmati del suo spazio nella lingua dei segni, Expo il 23 marzo ha fatto un bando per individuare il traduttore di 20 filmati per le regioni italiane in otto lingue, senza lis. Noi abbiamo scritto e protestato. Non ci hanno mai risposto".
Per i disabili c'è il portale Expofacile
Le lamentele dei visitatori disabili arrivano nonostante prima della manifestazione fosse stato istituito da Comune di Milano, Regione e alcune associazioni di disabili il portale Expofacile, un sito con tutte le informazioni necessarie per muoversi in autonomia con itinerari turistici e schede informative sull’accessibilità di alberghi, ristoranti e musei, sui mezzi di trasporto e sui servizi utili, dai punti di primo intervento ai poliambulatori medici. Il relativo punto informativo all'interno dello spazio Cascina Triulza, dentro Expo, è già aperto, ma il centro mobilità con carrozzine per disabili e anziani entrerà in funzione solo entro metà maggio.
Sul fronte dell'accoglienza dei disabili sembra dunque esserci ancora molto da fare. D'altronde, a esserne consapevoli sono anche le stesse istituzioni: "Milano sconta un ritardo ventennale nelle politiche e negli interventi in tema di disabilità", aveva detto infatti l'assessore alle Politiche sociali e cultura della Salute Pierfrancesco Majorino alla presentazione di Expofacile -. Stiamo colmando il tempo perduto con un impegno che parte dalla garanzia dei servizi essenziali, passa attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche e punta sull’inclusione sociale per dare a tutte le persone con disabilità l’opportunità di vivere la città in condizioni di parità con chiunque altro. Expo accessibile è una delle nostre sfide e i mesi dell’esposizione universale serviranno a costruire l’eredità di una città accessibile e pienamente inclusiva. Quanto fatto finora è solo l’inizio di un percorso ancora lungo".