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“Gli operai italiani sono bravi”: Candy riporta la produzione di lavatrici dalla Cina alla Brianza

La proprietà cinese di Candy, comprata un anno fa dal colosso asiatico Qingdao Haier, ha deciso di trasferire la produzione di centomila lavatrici a incasso da Jiangmen, in Cina, alla fabbrica di Brugherio, in provincia di Monza. Un ribaltamento di ruoli che porterà investimenti nello stabilimento brianzolo, accolto con soddisfazione dai sindacati: “Gli operai della Candy sono proprio bravi”.
A cura di Simone Gorla
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"Gli operai della Candy sono proprio bravi". L'attestato di stima per i lavoratori italiani questa volta arriva dalla Cina. Con un insolito e paradossale rovesciamento di ruoli, la proprietà cinese dell'azienda ha deciso di trasferire la produzione di centomila lavatrici a incasso da Jiangmen, in Cina, alla fabbrica di Brugherio, in Brianza.

I proprietari cinesi di Candy riportano la produzione in Brianza

"La produzione dovrebbe partire entro la metà del prossimo anno, attorno al mese di giugno. L'investimento previsto per ammodernare la linea di produzione è di circa 600 mila euro", spiega a Fanpage.it Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom-Cgil Brianza. Il colosso cinese Qingdao Haier lo scorso anno ha comprato per 475 milioni di euro gli elettrodomestici Candy. La fabbrica cinese di Jiangmen era stata aperta nel 2012 dalla precedente proprietà italiana. Ora invece è la casa madre cinese ha scegliere per il ritorno in Brianza.

La decisione di riportare in Italia la produzione di centomila elettrodomestrici, con un investimento di 600 mila euro, è stata annunciata dalla direzione aziendale nell’incontro coi sindacati e la Rsu nella Confindustria di Monza. Una notizia che sindacati e lavoratori hanno accolto con enorme soddisfazione. "Siamo molto contenti, sosteniamo da anni che le produzioni andate in Cina potevano tornare. La fabbrica di Brugherio oggi produce circa 400 mila pezzi, potrebbe raggiungere il doppio", prosegue Occhiuti.

Soddisfazione di sindacati e lavoratori

I sindacati sono soddisfatti. "Ora speriamo che ci sia una reale inversione di tendenza e che arrivino gli investimenti necessari a rilanciare la produzione di alta gamma e fare sì che questo non sia un caso isolato". La buona notizia arriva in un momento non positivo per l'occupazione nelle fabbriche in Lombardia. Tra edilizia e settore della manifattura, negli ultimi dieci anni nell’area metropolitana di Milano si sono persi oltre 90mila posti di lavoro. Nel Milanese oggi sono due le grandi crisi lavorative aperte: quella legata all’acquisizione dei punti vendita Auchan da parte di Conad e la chiusura della Cnh a Pregnana Milanese.

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