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Gioielliere spara e uccide un ladro, “Avrebbero tagliato le dita a mia figlia”

“Se non gli avessi dato i soldi, le avrebbero tagliato le dita e poi ci avrebbero aperto a tutti quanti”. Il drammatico racconto di quella notte reso da Rodolfo Corazzo, il gioielliere di Lucino di Rodano, al Corriere della Sera.
A cura di Enrico Tata
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“Non mi sento un eroe, mi sento un p…, io non volevo. Non volevo. Ma eravamo arrivati a un punto… Avevo quattromila euro in tasca, l’incasso di giornata, e glieli ho dati. Hanno preso gli anelli e i gioielli di mia moglie. Ho aperto la cassaforte e il caveau. Hanno trovato le pistole che colleziono: prese. Non bastava. Minacciavano mia figlia, undici anni”. Rodolfo Corazzo, il gioielliere che due sere fa ha ucciso uno dei ladri che erano entrati nella sua villetta, ripercorre così, in un’intervista al Corriere della Sera, quei drammatici minuti, quell’ora e venti in cui lui e la sua famiglia sono stati ostaggio dei rapinatori. Da quando è tornato a casa in scooter con i tre banditi che lo avevano seguito dentro al cancello del garage, fino alle minacce a sua figlia. “Se non gli avessi dato i soldi, le avrebbero tagliato le dita e poi ci avrebbero aperto a tutti quanti. Le ho detto: rimani tranquilla”.

Il gioielliere, pur avendo una pistola nascosta nel giubbotto, comincia a collaborare con i rapinatori e consegna loro tutti i gioielli.

“Con il lavoro che faccio, giro armato. Uno mi ha tastato sotto la giacca, alla ricerca di armi, con le mani che hanno percorso i fianchi. Ma io indosso un giaccone pesante, voluminoso. L’arma stava lì, in alto a sinistra”.

I rapinatori vogliono altro denaro, convinti che in casa ce ne sia molto di più di quanto non sia stato radunato da Corazzo.

“ Ci hanno spinti in soggiorno con l’invito a parlare tra di noi, e deciderci a confessare l’inesistente nascondiglio dei soldi. Quando hanno chiuso la porta, ho estratto la pistola, ho nascosto moglie e bimba dietro il divano. Un bandito ha aperto la porta e mi ha trovato che gli puntavo l’arma addosso. Alle spalle aveva un complice. Sono corsi giù per le scale, verso il garage. Ho sparato contro il muro, per convincerli ad andarsene”.

I rapinatori rispondono al fuoco mentre cercano di scappare. "I banditi non riuscivano ad aprire il basculante del garage. Hanno pensato di risalire in casa. Me li sono visti venire addosso, ho sparato ancora". Il colpo ha ucciso Valentin Frrokaj, albanese di 37 anni, ricercato ed evaso due volte dal carcere.

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