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Gatta malata di tumore abbandonata a Milano: “Cinismo spaventoso”

Una storia di abbandono e morte dalla periferia di Milano: una gatta malata di tumore è stata abbandonata dai suoi proprietari che non hanno voluto praticarle l’eutanasia, consentita sugli animali. “Amare vuol dire prendersi cura per sempre dell’essere affidato a noi, nelle vicende belle della vita e anche in quelle tristi, prendendosi sempre le proprie responsabilità”, hanno scritto dalla onlus che ha accompagnato la gatta negli ultimi suoi istanti di vita.
A cura di Francesco Loiacono
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La gatta abbandonata (Foto da Arca onlus via Facebook)
La gatta abbandonata (Foto da Arca onlus via Facebook)

Una gatta abbandonata alla periferia di Milano in un trasportino appoggiato sul marciapiede. È quanto ha trovato un signore lo scorso 21 dicembre, pochi giorni prima di Natale. L'animale è stata successivamente affidato alla onlus Arca, che si occupa da anni proprio di gatti abbandonati. E i volontari dell'associazione alcuni giorni dopo il ritrovamento hanno fatto una brutta scoperta: Angela, questo il nome dato alla gatta "non tanto giovane, buonissima e chiaramente di casa", era infatti malata di tumore: un cancro molto esteso al parenchima del cervello, inoperabile.

Amare vuol dire prendersi cura per sempre dell'essere affidato a noi

Gli attivisti della onlus se ne sono accorti da alcuni strani comportamenti del felino, successivamente portato da un veterinario. I volontari non hanno potuto fare altro che praticare l'eutanasia alla sfortunata gatta – "Non l’abbiamo svegliata", si legge nel post scritto con molta sensibilità dall'associazione – ma hanno comunque voluto rendere pubblica la sua storia per un motivo ben preciso: "A voi che leggete quasi sicuramente gli animali piacciono, ma ‘piacere' non vuol dire amare. Amare vuol dire prendersi cura per sempre dell’essere affidato a noi, nelle vicende belle della vita e anche in quelle tristi, prendendosi sempre le proprie responsabilità e non rifuggendole perché ci riteniamo ‘troppo sensibili' e incapaci di prendere decisioni dolorose che però risparmierebbero indicibili sofferenze a chi dipende in tutto e per tutto da noi, per vivere e anche per morire serenamente e con dignità".

Cinismo spaventoso, c'è da vergognarsi di appartenere al genere umano

L'associazione ha specificato che quella di Angela non è una delle solite storie di Natale, di quelle col lieto fine: ma è la terza volta che accade di trovare un gatto "con prognosi infausta" abbandonato in mezzo alla strada: "L’eutanasia (almeno per gli animali si può fare) è l’ultimo gesto di amore che possiamo fare per loro quando non c’è possibilità di cura", si legge nel post – Quanto ad abbandonare un animale malato in mezzo alla strada, solo, lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia che amava, del tutto impotente ed esposto al freddo, alla fame, alla paura e agli atti di qualsiasi balordo che passando di lì prenda a calci il trasportino e lo butti chissà dove – hanno aggiunto dalla onlus – questo è un cinismo talmente spaventoso, una malvagità così cinica e gratuita che veramente c’è da vergognarsi di appartenere al genere umano". La conclusione del post è una speranza per il futuro: "Quelli che amano gli animali, ma anche quelli a cui semplicemente piacciono, e persino quelli a cui gli animali non interessano particolarmente, ma mai farebbero loro del male, devono capire che anche i più deboli, gli ultimi, coloro che non hanno la minima possibilità di difendersi da soli hanno il diritto di far sentire la loro voce. Tramite noi, se la semplice loro esistenza non ha da sola la forza di gridare il dolore e l’abbandono".

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