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Gallarate, sgombero del campo sinti. Il sindaco leghista cita Salvini: “La pacchia è finita”

Iniziato lo sgombero del campo sinti di via Lazzaretto a Gallarate, in provincia di Varese, dove vivono circa 20 famiglie. Nessun abbattimento ma solo due case mobili e una roulotte rimosse con la collaborazione degli stessi residenti. Non ci sono stati disordini, anche se permane l’incertezza: nessuno ha accettato le sistemazioni offerte dal comune. Il sindaco leghista Andrea Cassani cita Salvini: “La pacchia è finita”. E il ministro dell’Interno twitta: “Dove governa la Lega.. ruspa!”.
A cura di Francesco Loiacono
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Un momento dello sgombero odierno (Foto dalla pagina Facebook del sindaco Andrea Cassani)
Un momento dello sgombero odierno (Foto dalla pagina Facebook del sindaco Andrea Cassani)

È iniziato oggi, martedì 27 novembre, lo sgombero del campo di via Lazzaretto a Gallarate, in provincia di Varese, dove vivono una ventina di famiglie sinti italiane. La decisione del sindaco leghista, Andrea Cassani, era stata resa nota già da mesi ed era stata anticipata una decina di giorni fa dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, che aveva utilizzato il solito claim "la pacchia è finita". Un ritornello che è stato utilizzato anche dal primo cittadino leghista, che oggi ha commentato l'inizio dello sgombero su Facebook ma a quanto pare non si è presentato di persona in via Lazzaretto. Alla fine della giornata, comunque, le famiglie che sono state trasferite altrove sono solo tre: sono state rimosse due case mobili e una roulotte, trasportate con la collaborazione degli stessi abitanti. Le strutture mobili finiranno in altri campi nomadi. Non si sono registrati disordini e le ruspe non hanno abbattuto alcun manufatto, anche perché la maggior parte delle strutture non è fissa. Al ministro dell'Interno però evidentemente non importa come siano andate le operazioni odierne: "Dove governa la Lega… Ruspa!", ha infatti scritto in serata in relazione alla vicenda di Gallarate.

Le trattative con gli abitanti del campo sono proseguite per tutta la giornata odierna ma non hanno sortito molti effetti. Il Comune aveva offerto a tutti i nuclei famigliari con bambini mille euro "non negoziabili", mentre aveva offerto a chi non ha una roulotte o un caravan una sistemazione provvisoria per 30 giorni nelle tende riscaldate allestite dalla Croce rossa. Nessuno però avrebbe accettato queste condizioni. Il sindaco Cassani ha spiegato che "si tratta di abusi edilizi conclamati, dal 2011 una sentenza del Tribunale ha sancito lo sfratto di queste persone che sono lì illegalmente dal 2009. Se è una questione di cultura nomade, allora che viaggino ma non accettiamo più abusi edilizi – ha aggiunto il primo cittadino nel suo intervento odierno – Avere dei campi nomadi è una facoltà, non un obbligo, per i comuni. Noi abbiamo deciso di non averne più. Se vogliono continuare a vivere a Gallarate si affittino una casa o stiano nelle roulotte facendo per davvero i nomadi e si mettano a girare oppure trovino qualche amministrazione più permissiva della nostra che li fa insediare in pianta stabile". Gallarate è il primo comune in Italia che sfrutta la recente circolare di Matteo Piantedosi, capo del ministero dell'Interno, che ha reso più facile gli sgomberi ed era stata molto criticata. Domattina le forze dell'ordine torneranno nel campo per proseguire le operazioni di sgombero.

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