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Frecciarossa deragliato a Lodi

Frecciarossa deragliato a Lodi, terminate le operazioni di rimozione del convoglio dai binari

Terminate le operazioni di rimozione del treno Frecciarossa deragliato lo scorso 6 febbraio all’altezza di Ospedaletto Lodigiano. I vagoni del convoglio ora saranno trasferiti in un deposito nel quale verrà deciso se aggiustarli o rottamarli. Intanto le indagini della procura di Lodi proseguono: dopo i cinque operai intenti a lavorare sul tratto ferroviario poco prima del passaggio del Frecciarossa, e Rfi, anche l’amministratore delegato di Alstom Ferrovie, la società che ha prodotto il pezzo dello scambio poi rivelatosi difettoso, è stato iscritto al registro degli indagati.
A cura di Filippo M. Capra
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Il Frecciarossa deragliato a Lodi
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Sono giunte a termine le operazioni di rimozione del treno Frecciarossa 1000 deragliato a Lodi il 6 febbraio scorso. Nell'incidente ferroviario hanno perso la vita i due macchinisti mentre erano rimaste ferite le 31 persone, tra personale Trenitalia e passeggeri, che si trovavano a bordo del convoglio. Il dramma si è consumato alle prime luci dell'alba quando il treno è uscito dai binari all'altezza di Ospedaletto Lodigiano mentre viaggiava alla velocità di circa trecento chilometri orari.

I vagoni rimossi ora verranno aggiustati o rottamati

Come anticipato qualche giorno fa da Rete ferroviaria italiana, le operazioni di rimozione del convoglio si sono concluse entro la settimana. Resta però ancora da capire quando la tratta ferroviaria verrà ripristinata e riaperta alla circolazione. I vagoni rimossi dal tratto ferroviario dovranno ora essere imballati e trasportati sino a un deposito dove verrà deciso se aggiustarli o rottamarli. Intanto prosegue l'indagine sul disastro da parte della procura di Lodi. Nel registro degli indagati, ad oggi, risultano esserci i cinque operai al lavoro sul tratto prima del passaggio del treno, Rfi (Ferrovie dello Stato) e l'amministratore delegato di Alstom Ferrovie, la società che ha prodotto il componente dello scambio potenzialmente difettoso. I primi risultati delle indagini dicono che il problema tecnico all'origine dell'incidente sarebbe "un difetto interno all'attuatore, un'inversione dei cablaggi interna al dispositivo che si è andato a sostituire", come dichiarato dal direttore dell'Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza delle Ferrovie) Marco D'Onofrio. La scorsa settimana una grande commozione aveva accompagnato i funerali dei due macchinisti che hanno perso la vita, Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, quest'ultimo prossimo alla pensione.

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