Frecciarossa deragliato a Lodi, le paure e le ansie dei pendolari: “Tragedia inconcepibile”
"Non è possibile che nel 2020 in un Paese come l'Italia non ci si senta sicuri sui treni". Il giorno dopo il terribile incidente ferroviario di Lodi, Fanpage.it ha raccolto il parere di alcuni pendolari diretti verso Milano ascoltando le testimonianze di chi ogni giorno viaggia a bordo di treni e metropolitana. Dopo quanto accaduto all'alba di giovedì 6 febbraio al Frecciarossa 9595 partito da Milano Centrale con destinazione Salerno, l'umore di chi viaggia col treno non è certo dei più positivi. Tanti i commenti di sfiducia nei confronti della gestione dei trasporti, ma alle solite lamentele legate ai ritardi si aggiunge anche altro: preoccupazione mista ad ansia e incertezza.
Le parole dei pendolari diretti a Milano
C'è chi come Enrico, 34 anni, si dice "preoccupato" per le condizioni delle infrastrutture ferroviarie. "Non è possibile che nel 2020 in un Paese come l'Italia non ci si senta sicuri sui treni. È inaccettabile – aggiunge – e mi auguro che la verità venga fuori in tempi brevi". Sul deragliamento del Frecciarossa, che ha causato la morte di due macchinisti Trenitalia Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo e il ferimento di altre 31 persone, indaga la procura di Lodi, che punta l'attenzione verso un possibile errore umano.
In attesa di capire cosa sia davvero accaduto al posto di movimento di Livraga, dove è deragliato il treno, è Barbara, un'impiegata di 46 anni, a evidenziare un aspetto che era già stato sottolineato dal prefetto di Lodi Marcello Cardona e dal comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lodi, Giuseppe Di Maria: "Tragedia inconcepibile, ma sarebbe potuta andare molto peggio di così. Il bilancio è stato meno pesante del previsto, ma comunque quello che è successo è molto grave". Sulla stessa lunghezza d'onda anche la 23enne Margherita che tutti i giorni utilizza i mezzi per andare all'università: "Penso che sia molto triste quello che è successo, mi riferisco specialmente alla morte dei macchinisti, le ennesime vittime di un incidente sul lavoro".
Il pendolare di lungo corso: Episodi così sono rari, ma disagi sono il pane quotidiano
Alla stazione di Milano Garibaldi, tra i pendolari da Fanpage.it ha raccolto la voce di Francesco, 55 anni, che da più di vent'anni viaggia a bordo dei treni nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. "Bisogna essere onesti – afferma Francesco – queste cose fortunatamente non si ripetono di frequente. In tanti anni a me non è mai capitato di restare coinvolto in un incidente ferroviario, parlo anche di incidenti di entità meno grave. Però i ritardi e i rallentamenti sono il pane quotidiano, li metti in conto ancora prima di arrivare in stazione ormai. Ma è possibile che nei paesi del nord i mezzi di trasporto funzionino in maniera impeccabile e invece qui da noi è un tale disastro?".