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Frecciarossa deragliato a Lodi

Frecciarossa deragliato a Lodi: area resta sotto sequestro, incerti tempi di riapertura della tratta

Potrebbe volerci ancora una settimana prima che venga ripristinato il tratto dell’alta velocità ferroviaria vicino Lodi, dove lo scorso 6 febbraio è deragliato un treno Frecciarossa. L’autorità giudiziaria dovrà decretare il dissequestro dell’area prima che i tecnici di Rfi possano procedere con i lavori di sistemazione del binario danneggiato in seguito all’incidente. Intanto il convoglio deragliato è stato rimosso dalla sede ferroviaria.
A cura di Luca Giovannoni
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Il treno Frecciarossa deragliato a Lodi
Il treno Frecciarossa deragliato a Lodi
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Sono terminate le operazioni di rimozione del convoglio deragliato nei pressi della stazione di Lodi il 6 febbraio scorso, ma si attende ancora una risposta definitiva sulla riapertura dei binari. Rete ferroviaria italiana, interpellata da Fanpage.it, ha chiarito che fino a che l'area resterà sotto sequestro, non si potrà procedere con i lavori sulle rotaie, né avviare la ripresa della circolazione sulla linea. In questo momento sono ancora sotto sequestro il binario a monte e a valle del deviatoio, il deviatoio stesso e anche il posto di movimento, parzialmente danneggiato a causa dell'incidente ferroviario in cui hanno perso la vita i due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mauro di Cuonzo. 

Incerti i tempi della riapertura: potrebbe volerci ancora una settimana

Il recupero dei binari e i conseguenti lavori saranno possibili solamente in seguito alle verifiche dell'autorità giudiziaria. Si stima che i controlli da parte della polizia ferroviaria, su autorizzazione della Procura di Lodi, potrebbero andare avanti anche per tutta la prossima settimana, ma non si hanno ancora certezze a riguardo. La stessa procura intanto indaga per accertare eventuali responsabilità: nel registro degli indagati per il momento figurano i cinque operai che lavorarono allo scambio incriminato poco prima del passaggio del treno, la stessa Rfi e l'amministratore delegato di Alstom Ferrovie, la società che ha prodotto il componente dello scambio potenzialmente difettoso. Alla prima ipotesi di un errore umano, la procura di Lodi ne aveva poi aggiunta infatti un'altra più tecnica su un possibile guasto di una componente installata dagli operai sul binario. Undici scambi potenzialmente difettosi sono stati sequestrati in totale dalla polizia ferroviaria.

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