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Fornitura del verde al sito Expo, la Corte dei Conti archivia l’inchiesta su Sala

Dopo il proscioglimento in sede penale, anche la Corte dei Conti ha archiviato l’inchiesta aperta contro Beppe Sala in merito alla fornitura del verde al sito dell’Expo. La magistratura contabile ipotizzava un danno erariale di 2,2 milioni, frutto dell’affidamento diretto della fornitura di seimila alberi per il sito espositivo di Rho-Pero. Ma dopo mesi di indagini la Corte dei conti ha deciso di archiviare la posizione dell’allora commissario unico Expo, oggi sindaco di Milano.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo il proscioglimento in sede penale, contro il quale però la procura generale ha fatto ricorso, anche la Corte dei Conti ha archiviato l'inchiesta aperta contro Beppe Sala in merito alla fornitura del verde al sito dell'Expo. Se in sede penale il reato ipotizzato per Sala, all'epoca commissario unico di Expo, era di concorso in abuso d'ufficio, in sede contabile la procura della Corte dei conti aveva ipotizzato un danno erariale pari a 2,2 milioni di euro causato da Sala. Dopo diversi mesi d'indagine, tuttavia, come riporta Sandro De Riccardis sul quotidiano "La Repubblica", anche la Corte dei Conti ha deciso di archiviare la posizione dell'allora amministratore delegato di Expo, oggi sindaco di Milano: "Con riferimento alle posizioni del dottor Sala e delle società in house MM e ILSPA, dopo l’esperimento della fase preprocessuale, questa procura ravvisa la sussistenza di motivi in fatto e in diritto, idonei a fondare l’adozione del decreto di archiviazione".

Al centro dell'inchiesta contabile così come di quella della magistratura ordinaria c'era l'affidamento diretto della fornitura per il verde al sito Expo di Rho-Pero, cioè i seimila alberi piantati nella sede dell'Esposizione universale milanese del 2015. La fornitura era stata affidata direttamente alla ditta Mantovani, che però poi aveva subappaltato i lavori a un consorzio versando un importo inferiore rispetto a quello ottenuto inizialmente. Una differenza di 2,2 milioni, pari dunque al danno alla casse pubbliche che era stato contestato a Sala. Secondo la Corte dei conti, tuttavia, "non sussiste agli atti nessun elemento utile dal quale desumere la consapevolezza o la possibilità di conoscenza da da parte del dottor Sala, della diseconomicità del prezzo della fornitura complementare, sulla quale pertanto sussistono con pienezza tutti i presupposti giuridici per l’applicazione della “esimente tecnica”. Restano aperte le posizioni di chi, invece, secondo la magistratura contabile avrebbe compiuto valutazioni erronee: tra questi l'ex manager di Expo Angelo Paris, che era accusato in concorso con Sala di abuso d'ufficio per la medesima vicenda.

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