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Inchiesta Expo, anche la Corte dei conti indaga su Sala: “Danno erariale da 2,2 milioni”

Anche la Corte dei conti della Lombardia indaga sull’ex amministratore delegato di Expo Beppe Sala, attuale sindaco di Milano. La procura generale dell’organismo contabile contesta a Sala e altri ex manager di Expo un danno erariale di 2,2 milioni di euro, relativo all’affidamento della fornitura del verde nel sito espositivo.
A cura di Francesco Loiacono
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Anche la Corte dei conti della Lombardia indaga sull'ex amministratore delegato di Expo Beppe Sala, attuale sindaco di Milano. Le contestazioni riguardano sempre una delle due vicende giudiziarie in cui Sala è implicato, cioè la fornitura del verde per il sito di Rho-Pero che ha ospitato l'Esposizione universale del 2015. Per questa vicenda la magistratura ordinaria ha chiesto il rinvio a giudizio per Sala e l'ex manager Expo Angelo Paris per il reato di concorso in abuso d'ufficio. I magistrati contabili, sulla scorta anche delle accuse formulate all'ex ad, ipotizzano invece un danno erariale da 2,2 milioni di euro alla società Expo (società pubblica), che sarebbe stato causato proprio dalle scelte di Sala e degli altri manager. A ricevere gli avvisi preliminari di accertamento da parte della Corte dei conti, secondo quanto dichiarato dallo stesso legale del sindaco, Salvatore Scuto, sono stati oltre a Sala anche l'ex direttore generale di Infrastrutture lombarde spa, Antonio Rognoni, l'ex manager di Expo, Angelo Paris e le società Metropolitane Milanesi e Ilspa.

La vicenda giudiziaria relativa all'appalto del verde

Secondo le accuse della procura generale presso la Corte d'appello, Sala e l'ex manager Paris avrebbero affidato in maniera diretta, quindi senza bando, l'appalto relativo alla fornitura del verde dell'Expo alla società Mantovani, per un valore di 4,3 milioni. Un costo, secondo i magistrati, di molto superiore all'effettivo valore dei lavori, tanto che il subappalto affidato dalla Mantovani all'associazione temporanea di imprese Zelari-Euroambiente (per la fornitura dei seimila alberi e arbusti piantati nel sito espositivo) aveva avuto un costo inferiore a 1,7 milioni di euro. Da qui l'accusa degli inquirenti a Sala, reo di aver causato un "danno di particolare gravità" alla società Expo, danno adesso quantificato dai magistrati contabili in 2,2 milioni di euro.

Sala: Tornassi indietro rifarei le stesse cose

Dopo la mossa della Corte dei conti, resa nota a margine dell'udienza preliminare a carico di Sala e altri imputati in corso davanti al giudice per l'udienza preliminare Giovanna Campanile, il legale del primo cittadino ha parlato di un atto "preliminare" e "dovuto", dicendosi sicuro che anche il procedimento contabile dimostrerà che il suo assistito non ha alcuna responsabilità, né penale né erariale. Sicuro della sua innocenza anche il sindaco, che per la vicenda della Piastra Expo affronterà già un processo per falso ideologico e materiale: "Questo tema degli alberi lo decideranno i giudici, io ho agito sotto la spinta impellente dei tempi e seguendo le procedure – ha detto Sala nel corso della trasmissione di La7 "Tagadà" – Quello che ho fatto è stato approvato dal Consiglio di amministrazione, dall'Anac, dall'avvocatura dello Stato, anche dalla Procura di Milano, salvo che poi la procura generale ha girato le cose. Tornassi indietro rifarei le stesse cose e dico che qualunque buon manager al mio posto, sotto la spinta dei tempi, avrebbe fatto così".

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