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Festa della donna, la primaria della Mangiagalli Kustermann: “Ancora lontani dalla parità di genere”

“Siamo ancora molto lontani dalla parità reale tra i due generi”. Per la dottoressa Alessandra Kustermann, primaria della Clinica Mangiagalli di Milano e fondatrice del centro antiviolenza “Soccorso violenza sessuale e domestica”, la Festa della donna è “una celebrazione inutile”. “Negli anni sono aumentate le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza ma sono ancora un numero molto limitato: l’emerso è il 10 per cento del fenomeno reale”.
A cura di Francesco Loiacono
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Oggi, venerdì 8 marzo, si celebra la Festa della donna. Qual è il significato di una ricorrenza del genere al giorno d'oggi? Ha ancora un senso festeggiare la donna una sola giornata all'anno e quali sono i problemi delle donne ma soprattutto i centri che possono aiutarle? Per trovare alcune risposte siamo stati al consultorio famigliare della clinica Mangiagalli di Milano che si trova in via Pace 15, per incontrare due figure che tutti i giorni, non solo l'8 marzo, si prendono cura delle donne. Una è la primaria del pronto soccorso ostetrico-ginecologico Alessandra Kustermann, colei che nel 1996 fondò il centro anitiviolenza oggi noto come Soccorso violenza sessuale e domestica: "La Festa della donna è diventata una celebrazione inutile", dice la primaria, che invece è d'accordo nell'utilizzare questa giornata per protestare e scioperare contro le violenze che colpiscono le donne in tutti gli ambiti, dalla famiglia ai luoghi di lavoro: "Mi sembra più consono: non c'è nulla da festeggiare in questo momento perché siamo ancora molto lontani dalla parità reale tra i due generi".

Ddl Pillon: Un decreto sbagliato, parte da una concezione della famiglia retrograda

Dall'osservatorio privilegiato del centro da lei diretto la dottoressa Kustermann parla dei dati e delle tendenze relative alle violenze contro le donne: "Negli anni sono aumentate le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza ma sono ancora un numero molto limitato. Diciamo che l'emerso è il 10 per cento del fenomeno reale". Secondo gli ultimi dati Istat il 31,5 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni (pari a 6 milioni e 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Ma l'8 marzo non è solo l'occasione per scioperare contro le violenze sulle donne, ma anche per i diritti che vengono negati o per le politiche che vengono portate avanti dal governo e che penalizzano la figura femminile. Al centro della contestazione organizzata nella giornata odierna dal collettivo "Non una di meno" c'è anche il Decreto di legge Pillon (dal nome del senatore leghista che lo ha presentato lo scorso agosto), in discussione al Parlamento: "È un decreto sbagliato dice senza mezzi termini Alessandra Kustermann – parte da una concezione della famiglia che è retrograda. Parte dall'idea per esempio che la donna una volta separata non avrà bisogno dell'assegno di mantenimento in quanto padre e madre divideranno esattamente il loro tempo con i figli. Ci sono vari argomenti contro questo decreto: il più importante è proprio che non tiene conto dei figli. Parte dal diritto dell'uomo e non dal diritto del bambino".

L'importanza dei consultori per le donne (e le famiglie)

Per la Festa della donna si usa solitamente regalare una mimosa. Ma un regalo forse più utile sarebbe far sapere che esistono servizi pensati proprio per le donne (e tutte le famiglie) come i consultori: "Il consultorio per sua natura non solo fa le visite e le certificazioni o una parte più sanitaria, ma accoglie la donna da un punto di vista sociale e psicologico", dice Giuliana Mioli, Responsabile unità operativa semplice consultorio famigliare della Mangiagalli. Tra i motivi per i quali le donne si rivolgono ai consultori, uno dei più drammatici è l'interruzione di gravidanza. Le psicologhe della struttura ascoltano spesso storie di gravidanze nate da violenza e accompagnano le donne nella loro scelta. I dati sugli aborti, come sottolinea la dottoressa Mioli, sono in calo: nel 2016 sono stati 84.926 in tutta Italia e anche le anticipazioni forniteci dalla dottoressa sui dati del 2018 confermano una tendenza che va avanti comunque dal 1982. "Le interruzioni di gravidanza in Italia stanno diminuendo, anche tra le minori: c'è una possibilità di parlarne maggiormente, quindi la persona che si trova in difficoltà sa che nelle grandi città può rivolgersi alle strutture pubbliche". Per chi abita nelle piccole città però ci sono ancora molti problemi: essere donna in alcuni luoghi può essere ancora più difficile.

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