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Fece pipì davanti al gazebo di De Corato: la donna condannata per aggressione ma non per atti osceni

La donna che il 27 gennaio 2018, in piazza Argentina, a Milano, urinò davanti al gazebo di Fratelli d’Italia, è stata condannata per aggressione (e dunque a 3 mesi di reclusione) ma non per atti osceni dal giudice per l’udienza preliminare: secondo il gup il gesto è da considerarsi solo un reato contro la pubblica decenza.
A cura di Chiara Ammendola
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L’assalto al gazebo di Fratelli d’Italia (foto dal profilo Facebook di Francesco Rocca)
L’assalto al gazebo di Fratelli d’Italia (foto dal profilo Facebook di Francesco Rocca)

Secondo il giudice dell'udienza preliminare Raffaella Mascarino quelli commessi dalla 42enne che, il 27 gennaio 2018, in piazza Argentina, a Milano, urinò davanti al gazebo di Fratelli d'Italia, non furono atti osceni. La donna, nel giudizio abbreviato, è stata infatti condannata a 3 mesi di carcere per lesioni e violenza privata per l'aggressione che ci fu dopo tra lei e un amico che l'accompagnava e un militante di Fratelli d'Italia. La donna e l'uomo che l'accompagnava, furono fermati poco dopo, identificati e denunciati per atti osceni in luogo pubblico e lesioni. A distanza di poco più di un anno la sentenza del tribunale dove il giudice ha quindi deciso di non tenere in considerazione la richiesta del pubblico ministero di 6 mesi di reclusione con l'accusa anche di atti osceni in luogo pubblico.

De Corato: così non viene difeso chi vuole fare liberamente politica

Una decisione che ha suscitato diverse reazioni, compresa quella dell'assessore alla Sicurezza della regione Lombardia, Riccardo De Corato che quel giorno era lì per promuovere la propria candidatura durante la campagna elettorale utile alle elezioni regionali del 4 marzo 2018. "Apprendiamo che urinare in una via di passaggio come corso Buenos Aires, in pieno pomeriggio, non costituisce atto osceno ma semplicemente un reato contro la pubblica decenza, guarda caso depenalizzato", ha spiegato in una diretta dalla propria pagina Facebook l'esponente di destra. De Corato punta poi il dito contro la sentenza che a suo dire andrebbe a difendere i "no global", invece di difendere chi vuole fare liberamente politica in campagna elettorale.

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