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Febbre del Nilo: due nuovi ricoveri a Milano. Gli esperti: “Picco contagi nei prossimi giorni”

Due nuovi contagi da Febbre del Nilo sono stati registrati nel territorio di Milano. Si tratta di un 63enne residente in città e ricoverato al Policlinico, il cui caso sarebbe in via di risoluzione, e di un 80enne di Inveruno ricoverato a Legnano le cui condizioni dettano maggiore preoccupazione. Secondo gli esperti nei prossimi giorni il picco di diffusione del virus.
A cura di Valerio Renzi
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L'Ats della Città Metropolitana di Milano ha reso noto di aver registrato due nuovi ricoveri dovuti al virus noto come Febbre del Nilo, nel territorio di sua competenza. Entrambi i casi da quanto si apprende si sono registrate complicazioni legate a un quadro clinico "neuroinvasivo", Si tratta di un uomo di 63 anni residente a Milano e ricoverato al Policlinico. L'uomo non sarebbe in gravi condizioni e le dimissioni dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Il secondo episodio è stato registrato in un comune dell'hinterland, Inveruno. In questo caso a contrarre il virus un uomo di 80 anni ricoverato all'ospedale di Legnano.

Solo ieri la Regione Lombardia, con una dichiarazione del governatore Attilio Fontana aveva chiesto ai comuni azioni disinfestazione più efficaci per prevenire i contagi. E se non c'è nessuna emergenza, insistono a dire le autorità sanitarie, quel che è certo è che in Lombardia e le altre regioni del Nord Italia siamo in presenza di un record di contagi e decessi dovuti al West Nile Virus. In Lombardia si è registrata una vittima (un'anziana signora a Mantova) e, con quelli di oggi, 24 casi di contagio accertato con complicazioni che hanno portato al ricovero.

Nei prossimi giorni secondo gli esperti si toccherà il picco del contagio:  “È un anno record – ha spiegto Zeno Bisoffi, alla guida del Dipartimento di malattie infettive e tropicali dell'Ospedale Sacro Cuore di Negrar – considerando che lo scorso anno avevamo avuto una sola vittima, ma parliamo di un rischio di mortalità davvero molto basso, intorno allo 0,4 per mille: ovvero 4 persone su 10mila tra quelle che si infettano, muoiono”.

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