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Favori sessuali in cambio di contributi: archiviata l’inchiesta su Mattia Palazzi, sindaco di Mantova

È stata archiviata l’inchiesta per tentata concussione continuata che vedeva indagato il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, accusato di aver chiesto favori sessuali alla vicepresidente di un’associazione cittadina in cambio di contributi. In realtà, come emerso dalle indagini, era stata la stessa donna a manipolare i messaggi finiti al centro della vicenda.
A cura di Francesco Loiacono
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È stata archiviata l'inchiesta per tentata concussione continuata che vedeva indagato il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Il giudice per le indagini preliminari Gilberto Casari ha accolto la richiesta d'archiviazione, che era stata presentata lo scorso 21 dicembre dalla procura. A darne notizia è stato lo stesso primo cittadino, eletto tra le fila del Pd: "Pochi minuti fa i miei avvocati mi hanno avvisato che il GIP presso il Tribunale di Mantova ha disposto l’archiviazione del procedimento, nei miei confronti, per tentata concussione continuata – ha scritto Palazzi in un post pubblicato nel pomeriggio sulla sua pagina Facebook – Non ho mai smesso di credere nella giustizia e ringrazio il Giudice per la celerità della decisione. Per me è stata durissima e le ferite ci sono, ma ho avuto la fortuna di avere vicino persone splendide, a partire dalla mia famiglia, i miei avvocati, tanti amici, chi con me sta dedicando il proprio impegno per la città e soprattutto la stragrande maggioranza dei mantovani".

I messaggi hot sono stati manipolati dalla presunta vittima di concussione

La bufera giudiziaria che ha investito il sindaco (che resta indagato per l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio, legata a contributi erogati ad alcune associazioni cittadine), era scoppiata in seguito a un esposto presentato in procura da un esponente dell'opposizione, che aveva portato all'attenzione dei magistrati alcuni messaggini di natura sessuale che, a suo dire, sarebbero stati scambiati tra il primo cittadino e la vicepresidente di un'associazione culturale cittadina, inerenti la concessione di contributi comunali in cambio di favori sessuali. In realtà, come emerso dalle indagini, i messaggi che lasciavano intendere la presunta concussione da parte del sindaco erano stati manipolati dalla stessa vicepresidente: "Il contenuto dei messaggi, in relazione del quale si è ipotizzata la commissione del delitto de quo, non è riconducibile all’indagato, bensì alla stessa N. (la vicepresidente, il cui nome omettiamo, ndr), la quale ha operato deliberatamente alcune fuorvianti alterazioni", si legge nel decreto d'archiviazione.

Il legale della donna ha rinunciato all'incarico

La donna, una 39enne che fin da subito aveva difeso il sindaco, ha spiegato che si voleva "fare bella" con un'amica: adesso deve rispondere di false informazioni rese al pubblico ministero. A difenderla non sarà più l'avvocato che l'ha assistita fino ad ora: il legale Davide Pini ha infatti annunciato di aver rinunciato all'incarico per una "frattura insanabile" con la sua assistita. Motivo della frattura l'opposizione alla richiesta d'archiviazione avanzata dalla procura, a cui l'avvocato voleva opporsi, contrariamente alla sua cliente.

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