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Fallimento Trony: in Lombardia 140 posti di lavoro a rischio

Sono 140 i dipendenti che rischiano il posto di lavoro in Lombardia a causa del fallimento della Dps, holding che controlla alcuni negozi Trony in tutta Italia. Nove punti vendita della catena di elettronica si trovano nella regione, ben quattro a Milano: tutti con le saracinesche tristemente abbassate.
A cura di Francesco Loiacono
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Centoquaranta: questo il numero dei dipendenti che rischiano il posto di lavoro in Lombardia a causa del fallimento della Dps, holding che controlla una quarantina di negozi Trony in tutta Italia. Nove punti vendita della catena di elettronica (che conta circa 200 negozi nella Penisola) si trovano in Lombardia, ben quattro a Milano: al Portello, alla stazione metro di San Babila, in corso Vercelli e in  corso XXII Marzo/via Bronzetti. Tutti con le saracinesche abbassate. Le preoccupazioni dei 140 dipendenti "lombardi" del gruppo si uniscono a quelle dei loro circa 360 colleghi in tutta Italia: sono infatti cinquecento i lavoratori che vedono il loro futuro a rischio, dopo che i 43 negozi italiani della catena di elettronica di largo consumo dipendenti dalla holding Dps hanno chiuso.

All'interno dei punti vendita, alcuni lavoratori hanno ancora i propri effetti personali: "Dentro i negozi abbiamo ancora le nostre cose e non possiamo andare a prenderle – hanno riferito i dipendenti milanesi al quotidiano "Il Giorno" -. Il gruppo Dps è fallito ufficialmente il 15 marzo, ma a noi non hanno detto nulla; uno scarno comunicato sindacale è arrivato col passaparola dopo due giorni". Il problema nell'immediato è il mancato pagamento degli stipendi di febbraio: quello nel lungo periodo è capire cosa ne sarà dei negozi del gruppo. Dopo il fallimento – in qualche modo annunciato – della holding Dps, che aveva presentato una richiesta di concordato preventivo che non è stata accettata dal giudice fallimentare, aprendo così la strada al crac, si spera che qualche altro gruppo possa rilevare le attività dei 43 negozi della catena, riassumendo così i lavoratori. Se così non dovesse essere, per i dipendenti lasciati a casa potrebbero scattare misure come la cassa integrazione in deroga e altri ammortizzatori sociali. Nel frattempo centinaia di famiglie si trovano improvvisamente private di un'importante fonte di reddito: "Ci hanno lasciati tutti a casa, senza sapere che fine faremo. Siamo carne da macello".

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