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Expo, l’Italia copia dall’Asia? “L’Albero della vita uguale a quelli di Singapore”

Botta e risposta tra l’architetto Wilkinson, creatore dei Supertrees di Singapore, e Marco Balich, ideatore dell’opera che dovrebbe essere il simbolo dell’Esposizione milanese: “Troppo simile per essere un caso”. “No, è ispirato a piazza del Campidoglio e al mosaico della cattedrale d’Otranto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Che l'Expo 2015 non sia nato sotto i migliori auspici, lo si è capito ormai da tempo. Eppure tra scandali, proteste, tangenti vere e presunte, problemi per trovare qualcuno che voglia il milione di metri cubi di terreni dopo i sei mesi di evento, persino Bronzi di Riace richiesti e negati, sembrava che le "sfortune" dell'Esposizione si fossero esaurite. E invece, a pochi giorni dal via libera del presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone all'ultima opera in bilico, l'Albero della vita, è scoppiata una nuova grana. Proprio l'opera simbolo del Padiglione Italia, accolta con proclami del tenore di "Sarà la nostra Tour Eiffel", sarebbe copiata.

Questa, almeno, la denuncia dell'architetto Chris Wilkinson, che strutture molto simili all'albero della vita le ha realizzate nel 2006 a Singapore: "supertrees", si chiamano. Diciotto alberi tecnologici alti fino a 50 metri, con effetti speciali alimentati a energia solare, inseriti nei 54 ettari dei "Gardens by the bay" della città-stato asiatica. "Non posso neppure immaginare che chi ha concepito questo Albero italiano non conoscesse i Gardens, e l'idea è troppo simile a quella dei supertrees per essere casuale", avrebbe detto Wilkinson interpellato dal Corriere. "Non abbiamo ancora preso alcuna decisione. Ma come studio abbiamo iniziato a consultarci con i nostri legali, naturalmente, per individuare il mondo più corretto di tutelare la proprietà di una idea che riteniamo nostra, apprezzata da dieci milioni di visitatori solo negli ultimi due anni".

"Ispirato a piazza del Campidoglio e al mosaico della cattedrale di Otranto"

Dall'altra parte, Marco Balich, l'ideatore dell'Albero della vita, si difende: "Come si fa a disegnare un albero che non sia un albero? Chiunque eserciti un copyright su un albero è quantomeno un presuntuoso", dice con un filo di ironia il direttore artistico di Padiglione Italia. Che poi però spiega da dove sia nato il progetto. L'idea dell'Albero della vita è ripresa dal mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, con riferimenti biblici. Dal punto di vista visivo, invece, Balich si è ispirato a Michelangelo: È l’esplosione tridimensionale della pavimentazione di quello che era considerato l’ombelico del mondo, la piazza del Campidoglio". Balich sostiene poi di non essere affatto dispiaciuto che l'Albero diventi un'icona pop, richiamando mille altri alberi in chi lo guarda, e liquida così la polemica: "Fa un po' ridere". Non la pensa così un altro italiano, l'architetto Alessandro Zoppini: "Tecnicamente il progetto dell’Albero della vita è una palese riproposizione di quello di Singapore. Ormai siamo noi a copiare dai Paesi asiatici".

Al di là delle polemiche sull'originalità dell'opera, il dato oggettivo è che dell'Albero della vita, ancora, è stato a malapena piantato il seme: il bando per la realizzazione dell'opera sarà pubblicato in settimana – in estremo ritardo rispetto alla tabella di marcia – sperando che sia tutto pronto entro maggio. Lo sperano tutti: dall'ideatore, al consorzio di imprese bresciane che dovrà dividersi gli 8 milioni di euro di costi con i due sponsor, Pirelli e Coldiretti. Sperando che le royalties per i diritti di sfruttamento dell'Albero, poi, non finiscano a Wilkinson.

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