Expo: inchiesta “Vie d’acqua”, finanzieri perquisiscono studi professionali
Altre consulenze al figlio di Antonio Acerbo, l'ex sub commissario Expo ed ex responsabile del Padiglione Italia, finito ai domiciliari lo scorso 14 ottobre. È questo ciò che gli uomini della Guardia di finanza di Milano hanno cercato lunedì, nel corso di diverse perquisizioni eseguite in alcuni studi professionali. Secondo l'inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, Antonio Acerbo sarebbe intervenuto nell'aggiudicazione dell'appalto sulle Vie d'acqua sud favorendo due aziende, la Maltauro e la Tagliabue, in cambio di contratti di consulenza per suo figlio, Livio Andrea. Uno, da 36mila euro, pagato dall'imprenditore Enrico Maltauro. L'altro promesso e mai pagato. Secondo alcune intercettazioni telefoniche, però, oltre a questi due contratti ce ne potrebbero essere stati anche altri, in un periodo successivo a quello da 36mila euro – legato a due iniziative del Comune di Milano, quando era guidato da Letizia Moratti -: da qui le perquisizioni dei finanzieri ordinate dalla Procura, che da alcune settimane sta passando al setaccio le attività di tutte le società riconducibili a Livio Andrea Acerbo.
Due manager di Expo coinvolti finora nelle inchieste
L'ex manager di Expo Antonio Acerbo è finito agli arresti domiciliari lo scorso 14 ottobre con l'accusa di corruzione e turbativa d’asta. È il secondo manager di Expo a essere finito nel mirino della Procura di Milano, dopo l'arresto, lo scorso 8 maggio, dell'ex direttore acquisti Angelo Paris nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta "cupola degli appalti", che coinvolgeva anche alcuni nomi noti del periodo di Tangentopoli come Gianstefano Frigerio e Primo Greganti. Per questa tranche dell'inchiesta su Expo, però, si celebrerà il processo per uno solo degli imputati, l'ex direttore generale di Infrastutture lombarde Antonio Giulio Rognoni: per tutti gli altri, infatti, il giudice per le udienze preliminari Ambrogio Moccia ha accolto lo scorso 27 novembre le richieste di patteggiamento: l'ex direttore acquisti Angelo Paris ha patteggiato 2 anni, 6 mesi e 20 giorni oltre a un risarcimento alla stessa società Expo di 100mila euro.