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Expo, il coordinatore di Slow food Cina: “Mangiare carne di cane è fattore culturale”

Il coordinatore di Slow food Cina, intervenendo a un convegno all’Expo, ha detto che mangiare carne di cane è un “fattore culturale”. “Non lo giustifico”, ha aggiunto. “Ci sono battaglie giuste, ma ci sono anche altre culture. Perché in Italia non ci scandalizziamo per i conigli, le mucche o i capretti?”.
A cura di Francesco Loiacono
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Rischiano di alimentare polemiche e pregiudizi le parole del coordinatore di Slow Food Cina, Piero Ling. Intervenuto a un evento all'interno di Expo 2015, il delegato ha affrontato il nodo del consumo di carne di cane nel Paese orientale, sottolineando che si tratta di "un fattore culturale". Il coordinatore della neocostituita branca cinese di Slow food ha poi però aggiunto: "Non lo giustifico, non giustifico nessuno. Ci sono battaglie giuste, ma ci sono anche altre culture". Le parole di Piero Ling sono arrivate proprio mentre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiedeva al commissario unico di Expo, Beppe Sala, di rivedere le norme che vietano l'accesso all'Expo a cani e gatti.

Nel corso del suo intervento, riportato dal quotidiano Il Giorno, Piero Ling ha anche sottolineato con esempi eclatanti come approcciarsi alle altre culture sulla base delle proprie convinzioni sia sbagliato: "Perché in Italia non ci scandalizziamo per i conigli, le mucche o i capretti? Togliamo la corrida e il Palio di Siena? Possiamo togliere tutto? Possiamo diventare tutti vegetariani? Purtroppo – ha aggiunto Ling – in tempi di carestia si mangiava di tutto, succedeva così in Cina come in qualsiasi parte del mondo. E poi, non è che tutti i cinesi mangiano cani, però è un aspetto che fa notizia".

Slow food Cina, a settembre festival a Pechino

E in effetti l'altra notizia, ossia l'organizzazione di un festival Slow food a Pechino dal 24 al 27 settembre prossimi, è passato forse in secondo piano. L'associazione fondata da Carlo Petrini è sbarcata in Cina lo scorso gennaio. Il Paese asiatico si unisce agli altri 160 Paesi in cui opera Slow food, ed è un Paese cruciale per parlare di alimentazione, come ha sottolineato il segretario generale di Slow Food, Paolo di Croce: "Non si può parlare di futuro dell'alimentazione se non si parla a un Paese con un miliardo e 300 milioni di persone". Nel corso del festival di Pechino saranno presentati 100 prodotti a rischio estinzione provenienti dalle 33 province cinesi. Tra questi il ginseng selvatico, alcuni tipi di tè pregiato e la salsa di soia tradizionale. Prima regione italiana ospite d'onore sarà il Piemonte.

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