Expo, dopo la carne di coccodrillo e zebra lo Zimbabwe lancia il panino al pitone
Pronti per assaggiare la carne di pitone? Nel piccolo padiglione dello Zimbabwe, all'interno del cluster Creali e tuberi dell'Expo di Milano, si attende solo il via libera delle autorità sanitarie per far provare a tutti i visitatori la nuova prelibatezza. Forti anche del successo che, negli scorsi giorni, ha riscosso il Crocoburger, l'hamburger a base di carne di coccodrillo andato a ruba in due settimane, e di cui si aspetta una nuova, consistente fornitura: circa mille chili.
Quando ormai la prima metà dell'Esposizione universale se ne è andata, tra polemiche, ma anche un'affluenza continua e costante pure durante i mesi estivi, a leggere i proclami della vigilia ci si rende conto che, se di evento sul futuro del cibo si trattava, in realtà di futuro si è visto ben poco. Tutto quel che potremo mangiare tra qualche anno, come insetti, vermi e simili, resta al momento confinato nello stand del "Future food district". Ma ben sigillato, perché le autorizzazioni per mangiarli non ci sono, e non si sa a questo punto se arriveranno in tempo. E così, per respirare un'aria davvero esotica in fatto di alimentazione, in un'epoca in cui la globalizzazione ha già portato a Milano, ben prima di Expo, le cucine di molti Paesi del mondo, ci si deve rivolgere proprio allo Zimbabwe.
Expo, lo Zimbabwe lancia il panino al pitone
Il piccolo – relativamente al continente, in realtà è più grande dell'Italia – Paese africano è stato forse l'unico a offrire qualcosa di diverso. Non solo il coccodrillo, ma anche la carne di zebra, che ha debuttato qualche giorno fa, ad agosto, e non ha avuto bisogno di autorizzazioni particolari. Proprio quelle che ancora mancano per permettere agli chef africani di realizzare il loro Savanaburger: sarà un panino imbottito con carne mista, di pitoni provenienti dal Vietnam e di coccodrillo. Chissà se anche questo andrà a ruba.