Expo 2015, è allarme biglietti falsi: la società passa al setaccio il web
A meno di tre mesi dall’inizio dell’Esposizione universale, il numero di biglietti venduti è arrivato a quota 8 milioni. Una cifra importante, un segnale positivo per quelle che sono le aspettative per il grande evento milanese, che nonostante le numerose critiche continua diritto per la sua strada a testa alta. Dopo l'allarme terrorismo, le inchieste, i bandi di concorso, e dopo le ultime notizie degli alberghi mezzi vuoti di Milano, è arrivato però il turno del traffico oltreoceano di biglietti finti, made in China, realizzato da un tour operator con una tecnica artigianale inimitabile.
Ma i problemi non si fermano qui: da Expo, infatti, fanno sapere delle innumerevoli diffide inviate dalla società per bloccare gli annunci di siti Internet, agenzie e attività commerciali che offrono biglietti scontati o a "prezzi speciali" – inesistenti – per l’ingresso ad Expo. Venditori fasulli, alcuni scoperti in Italia, ma soprattutto all’estero, che si spacciavano in grado di offrire l'ingressi low cost e che continuano imperterriti nel tentativo di contraffare i ticket. Dopo la Cina, infatti, ci hanno pensato il Sud America e gran parte dei Paesi europei, arrivando persino a creare falsi certificati di qualifica per diventare rivenditori ufficiali, con tanto di logo annesso e le necessarie firme.
Al via una task force per il controllo della rete
Proprio per queste ragioni, la società Expo provvede puntualmente ad aggiornare le misure anticontraffazione. Ma non solo: a seguito degli ultimi gravi episodi, è stata così creata una vera e propria task force, incaricata di passare al setaccio il web, controllando le segnalazioni provenienti da ambasciate e consolati, ma soprattutto dai cittadini e dai distributori ufficiali. Insomma, "diffidare dalle imitazioni" è il motto lanciato dalla società di via Rovello, che, soprattutto, ricorda: "Nessuno è autorizzato alla vendita di biglietti con prezzi differenti da quelli stabiliti".