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Expo 2015 ancora nella bufera: nuova inchiesta sulle Vie d’acqua

Un fascicolo a carico di ignoti è stato aperto dalla Procura di Milano. I pm D’Alessio e Orsi hanno chiesto alla società di via Rovello atti su quattro appalti legati all’Esposizione: ci sarebbe anche la Darsena. Le ipotesi di reato sono di turbativa d’asta.
A cura di Francesco Loiacono
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A poco più di due mesi dall'inizio, Expo 2015 continua a far parlare di sé più per le cose che non funzionano che per quelle positive. L'ultima tegola è una nuova indagine della magistratura milanese. Giovedì i pubblici ministeri Antonio D'Alessio e Luigi Orsi hanno disposto un ordine di esibizione di documenti presso la sede di Expo in via Rovello. Al momento sembra che l'ipotesi di reato, a carico di ignoti, sia di turbativa d'asta, e riguardi quattro appalti legati all'Esposizione universale, tra cui quello legato alle Vie d'acqua. Ossia lo stesso appalto per il quale, lo scorso ottobre, l'ex manager di Expo Antonio Acerbo è finito agli arresti domiciliari e le aziende Maltauro e Tagliabue, che si erano aggiudicate i lavori, sono state commissariate. Un'opera, quella delle Vie d'acqua, che sembra non trovare pace, e che potrebbe secondo indiscrezioni essere definitivamente accantonata.

Anche la Darsena nell'inchiesta

L'altro appalto al centro dell'ultima richiesta dei magistrati sarebbe quello relativo alla sistemazione della Darsena. Un appalto interessato, alla fine dello scorso anno, da interdittive antimafia per possibili infiltrazioni delle cosche di ‘ndrangheta all'interno dei cantieri. Per adesso nessun commento è stato fornito da Expo sulla vicenda.

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