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È morta Jo Garceau: era la mamma della “Pigotta”, la bambola di pezza dell’Unicef

È morta a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano, Jo Garceau. La donna, 80 anni, è stata la mamma della “pigotta”, la famosa bambola di pezza dell’Unicef la cui “adozione” simbolica ha contribuito a raccogliere fondi per i bambini meno fortunati di tutto il mondo: “Cara Jo grazie, sei la dimostrazione di cosa può fare una persona che vuole dare il suo contributo per la giustizia sociale, per garantire ai bambini pari diritti e per dare loro l’opportunità di una vita migliore”, ha detto l’ex sindaca di Cinisello Daniela Gasparini.
A cura di Francesco Loiacono
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Una "pigotta" dell'Unicef
Una "pigotta" dell'Unicef

È morta mercoledì sera a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano, Jo Garceau. La donna, 80 anni, è stata l'ideatrice della "pigotta", la famosa bambola di pezza dell'Unicef che ha aiutato migliaia di bambini sfortunati in tutto il mondo. A ricordare l'80enne è stata su Facebook l'ex sindaco di Cinisello Balsamo, Daniela Gasparini, che ha scritto: "Cara Jo grazie, sei la dimostrazione di cosa può fare una persona che vuole dare il suo contributo per la giustizia sociale , per garantire ai bambini pari diritti e per dare loro l'opportunità di una vita migliore". Jo Garceau era originaria degli Stati Uniti: il padre era francese e la madre una pellerossa della tribù dei Cherokee. Venne in Italia, a Roma, grazie a una borsa di studio. Iniziò la sua carriera come cantante, esibendosi per circa 7-8 anni in varie manifestazioni e teatri italiani, tra cui il celebre Derby a Milano. Poi si sposò con un avvocato e si trasferì a Cinisello Balsamo.

Qui gli inizi degli anni 80 incontrò Daniela Gasparini, all'epoca assessore alla Cultura, a cui spiegò il suo progetto delle "pigotte": bambole di pezza uguali per dimensioni, ma che potevano essere personalizzate a piacimento dai loro creatori, che sarebbero state vendute (anzi, "adottate") per ricavare fondi da destinare ai bambini meno fortunati. Il progetto è partito ufficialmente nel 1998: "Fu un grandissimo successo e l'inizio di uno dei progetti più caratterizzanti per la raccolta fondi per Unicef – ha spiegato la Gasparini -. Nei successivi 18 anni sono stati raccolti 27 milioni di euro attraverso la vendita delle Pigotte". Il successo delle famose bambole di pezza ha travalicato i confini italiani: la raccolta fondi tramite le "pigotte" viene infatti portato avanti (con nomi ovviamente diversi) anche in altri Paesi.

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