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Due ex collaboratori di Corona indagati per riciclaggio: sospetti sulla casa da 2,5 milioni

L’ombra del riciclaggio sulla casa di Fabrizio Corona. Due ex collaboratori del fotografo risultano indagati a Locri per l’acquisto (risalente a 10 anni fa) dell’immobile in via De Cristoforis a Milano, già sequestrato lo scorso anno dalla finanza. Il tribunale deve decidere se confiscarlo o restituirlo a Corona, assieme ai 2,6 milioni di euro in contanti che erano stati sequestrati all’ex re dei paparazzi, che intanto resta in carcere.
A cura di Francesco Loiacono
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I guai giudiziari per Fabrizio Corona sembrano non finire mai. L'ex re dei paparazzi, in carcere da ottobre 2016 per la vicenda dei 2,6 milioni di euro in contanti che gli erano stati sequestrati, potrebbe adesso vedersi confiscare l'appartamento in via De Cristoforis, a Milano, che gli era stato a sua volta sequestrato dalla finanza lo scorso anno. Si tratta di una casa utilizzata anche come ufficio del valore di 2,5 milioni di euro, che si trova in una zona rinomata di Milano: il quartiere Garibaldi, a due passi dalla famosa corso Como. Secondo gli inquirenti questo appartamento potrebbe essere stato acquistato in parte con denaro riciclato: una parte dei soldi distratti dalle casse della Corona's, ex società di Fabrizio Corona per cui il fotografo è stato condannato in via definitiva con l'accusa di bancarotta fraudolenta.

L'ombra del riciclaggio sulla casa in via De Cristoforis a Milano

A suffragare questa ipotesi, secondo il pubblico ministero Alessandra Dolci, anche l'avviso di conclusione indagini da parte della procura di Locri, in Calabria, a carico di alcuni indagati, tra cui due ex collaboratori di Corona: l'avvocato Tommaso Delfino e Marco Bonato, accusati appunto di riciclaggio in relazione all'acquisto (che risale a dieci anni fa) dell'immobile in via De Cristoforis. Il primo è stato ascoltato ieri nell'udienza davanti alla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano: il secondo sarà ascoltato domani, 16 novembre. Entrambi sono stati chiamati dai difensori di Corona, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, che sperano di dimostrare ai giudici due cose: che i 2,6 milioni di euro sequestrati a Corona siano il frutto (in nero) del suo lavoro e che la casa di via De Cristoforis sia stata acquistata regolarmente dalla società Fenice, nuova azienda aperta da Corona dopo il fallimento della Corona's.

La nuova battaglia giudiziaria di Corona è proprio questa: l'ex re dei paparazzi, dopo la condanna light dello scorso giugno a un anno per elusione fiscale in relazione al tesoretto sequestrato in parte nel controsoffitto dell'abitazione della sua collaboratrice Francesca Persi e in parte in due banche austriache, mira a farsi restituire sia i soldi sia la sua casa ufficio. Ma deve fare i conti con le accuse della procura, secondo cui per l'acquisto di quell'appartamento si realizzarono una serie di operazioni decisamente opache.

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