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Covid 19

“Dopo un mese e mezzo tumuliamo le ceneri di mio padre”: a Seriate l’addio alle vittime di Covid-19

Davide Agosta ha dovuto attendere un mese e mezzo per dare l’ultimo saluto al padre, l’imprenditore 82enne Antonio, fondatore della Svelt Spa e morto per coronavirus a Seriate, uno dei comuni in provincia di Bergamo più colpite dal virus. Finalmente le ceneri di Antonio Agosta sono state tumulate nel cimitero di Seriate: “È una cosa importante perché ti dà l’idea di passare dal dolore al ricordo – dice Davide a Fanpage.it – non si può soffrire tutta la vita”.
A cura di Francesco Loiacono
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Oltre un mese e mezzo. Questo il tempo che Davide Agosta ha dovuto attendere per poter dare l'ultimo saluto al padre, l'imprenditore Antonio, morto a 82 anni a causa del Coronavirus. Mentre l'Italia è ormai entrata nella fase 2, a Seriate, uno dei comuni in provincia di Bergamo più colpiti dalla pandemia, il virus continua a essere fonte di grande dolore, soprattutto per i familiari delle vittime del Covid-19. Antonio Agosta era molto noto nella zona: ha fondato la Svelt, un'azienda che oggi è una Spa nota in tutto il mondo per la produzione di scale e trabattelli. Come tanti altri suoi concittadini, anche Antonio è stato colpito dal Covid. L'imprenditore è morto e la sua salma, come quella di tante altre vittime, ha dovuto essere trasportata altrove per essere cremata (anche con l'ausilio dell'Esercito), per via della saturazione dei forni crematori della Bergamasca.

Il figlio: Importante passare dal dolore al ricordo

Uno dei figli dell'imprenditore, Davide Agosta, ha raccontato a Fanpage.it la morte del padre e l'impossibilità di condividerla con gli altri familiari: "Stare a casa isolati con un lutto in famiglia è una cosa indescrivibile, non ho mai potuto abbracciare mio fratello dopo la morte di nostro padre, non abbiamo mai potuto vedere mio padre". "Dopo un mese e mezzo dalla morte di mio padre abbiamo avuto la possibilità di tumulare le sue ceneri per chiudere il cerchio della vita – ha spiegato -. Questa chiusura è una cosa importante perché ti dà l'idea di passare dal dolore al ricordo: non si può soffrire tutta la vita".

Il parroco di Seriate: Oltre 170 lutti in un mese e mezzo, la media annuale

È il parroco di Seriate, don Mario Carminati, a raccontare la sofferenza vissuta dal paese: "Due pomeriggi alla settimana diamo la sepoltura alle ceneri delle persone rientrate dal forno crematorio e che erano rimaste in attesa in questo tempo così carico di tante morti. Questo rito non chiude e conclude, ma mette una parola importante su quello che è il percorso di questi mesi: malattia, sofferenza, distacco, lutto. Più di 170 lutti in un mese e mezzo da noi, che è la media annuale", dice don Mario. Troppo il tempo passato in alcuni casi dalla morte alla tumulazione delle ceneri: "Non va bene aspettare così tanti mesi e lasciare così le famiglie in questa vicenda che non si concludeva mai: è necessario il rito, serve a rendere visibile, partecipare a questa realtà della morte, della resurrezione e della speranza".

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