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Donne prese a pugni alla stazione di Lecco: in carcere l’aggressore incastrato dalle telecamere

È stato portato in carcere l’autore delle aggressioni nei confronti di due donne prese a pugni nel sottopasso della stazione di Lecco. Gli agenti della polizia ferroviaria hanno prelevato il giovane dall’ospedale dove era ricoverato. Era stato arrestato poco dopo aver spinto una 18enne e colpito con un pungo al volto una 55enne. In un primo momento per lui erano stati disposti i domiciliari. È accusato di lesioni continuate e aggravate dai futili motivi.
A cura di Simone Gorla
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È stato portato in carcere l'autore delle aggressioni nei confronti di due donne prese a pugni nel sottopasso della stazione di Lecco. Gli agenti della polizia ferroviaria hanno eseguito ieri sera l'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecco su richiesta del pubblico ministero. Gli agenti hanno prelevato nella serata di ieri, giovedì 12 settembre, l’aggressore dall’ospedale, dove era ricoverato dalla mattina, per condurlo in prigione. È accusato di lesioni continuate e aggravate dai futili motivi.

Lecco, donne prese a pugni in stazione: l'aggressore condotto in carcere

Il giovane, originario del Togo, senza alcuna ragione apparente aveva prima spinto una ragazza di 18 anni facendola cadere a terra e pochi istanti dopo aveva colpito una donna di 55 con un pugno al volto facendole perdere i sensi: le vittime avevano riportato lesioni giudicate guaribili rispettivamente in dieci e trenta giorni. Le immagini delle violente aggressioni erano state riprese della telecamere di sorveglianza,

Disposta una perizia psichiatrica per accertare lo stato di salute mentale

L'aggressore era stato subito individuato dalla polfer, che lo ha arrestato poco dopo sul piazzale esterno appena fuori dalla stazione mentre stava per salire su un autobus. È risultato irregolare sul territorio italiano e con diversi precedenti a suo carico. Per lui erano stati disposti gli arresti domiciliari in attesa di sottoporlo a una perizia psichiatrica, per accertare il suo stato di salute mentale. L'aggressore, disoccupato, vive in città con la madre e la sorella da qualche anno.

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