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Don Giorgio, condannato per diffamazione: “Querelo Matteo Salvini, ha mentito sotto giuramento”

“Salvini durante l’udienza che si è tenuta nel settembre scorso ha dichiarato sotto giuramento alcuni fatti falsi e, cosa forse ancor più penalmente punibile, mi ha accusato di aver commesso un gravissimo reato, pur essendo ben consapevole della mia estraneità”. Don Giorgio De Capitani, il parroco brianzolo condannato dal Tribunale di Lecco per diffamazione ai danni del leader della Lega, ha presentato a sua volta una querela contro il leader del Carroccio sostenendo che in aula lo abbia accusato ingiustamente per la frase “Salvini è un ladro, uccidiamolo!”, pronunciata in un video, che secondo il sacerdote era chiaramente paradossale e non un invito a compiere atti violenti contro di lui. “Ora tutti mi associano a quella frase”, si è lamentato il prelato.
A cura di Simone Gorla
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"Ho deciso di depositare un formale atto di denuncia querela contro Matteo Salvini". Lo ha annunciato sul suo sito personale don Giorgio De Capitani, il parroco brianzolo condannato dal Tribunale di Lecco per diffamazione ai danni del leader della Lega, per alcuni frasi offensive pubblicate quattro anni fa. Secondo il sacerdote, "Salvini durante l’udienza che si è tenuta nel settembre scorso ha dichiarato sotto giuramento alcuni fatti falsi e, cosa forse ancor più penalmente punibile, mi ha accusato di aver commesso un gravissimo reato, pur essendo ben consapevole della mia estraneità".

Don Giorgio De Capitani querela Matteo Salvini

Il prelato si riferisce al fatto che l'ex ministro dell'Interno, durante il procedimento, ha ricordato che don Giorgio in passato in un video ha pronunciato la frase "Salvini è un ladro, uccidiamolo!". Il parroco sostiene di aver usato il termine "ladro" in senso "politico", perché "Salvini per me ha rubato e sta rubando ai poveracci provenienti dal terzo mondo e anche a tutti gli italiani quei diritti umani che rappresentano la base della democrazia".

La frase incriminata e la versione del parroco

La frase era riferita – scrive il prete – alla solidarietà espressa dal segretario del Carroccio nei confronti di persone che avevano ucciso dei malviventi che erano entrati per rubare in casa loro."Ho inteso far capire la gravità del suo comportamento “politico”, denunciando la sua contraddizione. Se fosse giusto uccidere un ladro per il solo fatto di essere un ladro, allora sarebbe giusto uccidere anche Salvini, in quanto ladro di democrazia", scrive ora don Giorgio, spiegando che si trattava di un'affermazione "paradossale" e lamentando il fatto che la frase da lui pronunciata nel video è stata poi citata dai media.

"Non ho mai detto che bisogna uccidere Salvini"

"Oggi non c’è giornale o sito internet che non associ il mio nome all’affermazione: ‘il prete che ha detto che bisogna uccidere Salvini'", spiega il sacerdote, che per questo ha deciso di sporgere querela. "Sono certo che la medesima attenzione e severità mostrata dalla giustizia nei miei confronti per la manifestazione di un giudizio nei confronti di Salvini verrà applicata anche nei confronti di un rappresentante del potere", ha concluso.

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