Domenico Maurantonio, un compagno: “Non l’abbiamo tradito, ci hanno detto di tacere”
Crolla il muro del silenzio dei compagni di classe di Domenico Maurantonio, il 19enne morto mentre era in gita a Milano dopo un volo dal quinto piano di un hotel. Il quotidiano padovano Il Mattino riporta infatti le parole di uno degli amici di Domenico, presente la tragica notte tra il 9 e il 10 maggio scorso all'hotel Da Vinci di Bruzzano: "Non vogliamo assolutamente che Domenico passi come il ragazzo tradito dagli amici. Non è così. Lui era uno di noi", dice il ragazzo, che si è deciso a parlare dopo che il papà del 19enne aveva espresso tutto il proprio rammarico per il silenzio dei suoi compagni. Silenzio che, a detta del ragazzo intervistato, sarebbe stato richiesto dalla polizia di Milano: "Noi eravamo i primi a voler parlare, tant’è che quando ci siamo sentiti dare degli omertosi abbiamo preparato una lettera da inviare ai giornali per spiegare chiaramente la nostra versione e mettere fine a tutte le falsità che stavano uscendo. Da Milano la polizia ci ha dato ordine di non parlare, di non rendere noti particolari delle indagini".
"Chi l'ha visto?" torna a occuparsi di Domenico
Le dichiarazioni del ragazzo intervistato dal Mattino non trovano per ora un riscontro, e vanno prese pertanto con cautela. Anche perché la vicenda della morte di Domenico è già stata segnata da false piste, come nel caso del messaggio su WhatsApp mostrato durante la trasmissione tv "Chi l'ha visto?" e poi giudicato "inattendibile" dal capo della Mobile di Milano. La trasmissione condotta da Federica Sciarelli tornerà comunque a occuparsi della vicenda di Domenico nella puntata che andrà in onda mercoledì alle 21.05 su Raitre.
Intanto il compagno di classe spiega che tutti gli studenti sono stati "collaborativi al massimo" con le forze dell'ordine, e che alcuni dei suoi compagni – tra cui lui – si sono "sottoposti volontariamente al prelievo del Dna". Il ragazzo ha poi raccontato la sua versione dei fatti: "Abbiamo riferito che neanche noi sappiamo cosa sia successo quella notte, non abbiamo visto né sentito. Abbiamo solo potuto fornire agli inquirenti gli stati d’animo di Domenico che abbiamo percepito nelle ore precedenti alla sua morte". Confermati alcuni punti fermi della serata: la pizza alle 23 mangiata anche da Domenico, il rientro in stanza verso l'una e la baldoria proseguita fino alle 5. Molto alcol, ma "nessuno era ubriaco": non lo era neanche Domenico, secondo i primi risultati dei test ematici. "Quando ci siamo addormentati Domenico era in camera e dormiva", ha concluso il ragazzo intervistato, che poi si rivolge ancora ai genitori di Domenico: "Vogliamo fargli capire che noi mai avremmo tradito Domenico".