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Dipendenti Ikea licenziati, la contro inchiesta Cgil: “Etichette fittizie sono prassi aziendale”

Massimo Cuomo, sindacalista della Filcams Cgil, spiega che quella della etichette fittizie è una pratica utilizzata dall’Ikea da tempo in merito alla vendita scontata di alcuni prodotti. La contro inchiesta giunge in merito al licenziamento di dieci dipendenti della sede di Corsico, a Milano, accusati di truffa e furto proprio ai danni dell’azienda.
A cura di Chiara Ammendola
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Una contro inchiesta per fare luce sulla vicenda che ha visto coinvolti i dipendenti dell'Ikea di Corsico, alle porte di Milano, accusati di aver truffato e rubato all'azienda svedese numerosi prodotti, attraverso un sistema di etichettatura fittizia. A fare luce su un nuovo aspetto della vicenda c'è la Filcams Cgil che attraverso Massimo Cuomo, sta portando avanti una inchiesta sindacale per cercare di capire quanto sia accaduto e quali siano state le azioni dei dipendenti Ikea che hanno portato al licenziamento di dieci lavoratori e a sanzioni disciplinari tra le quali la sospensione dal lavoro e dallo stipendio per diversi giorni per altri 21 colleghi. Secondo Cuomo come raccontato a Fanpage.it quella delle cosiddette "etichette fittizie" per i prodotti in offerta speciale non è una trovata dei lavoratori ma una prassi disposta dall’azienda che prevede la possibilità di sostituire il codice originale di un prodotto con il codice di un prodotto totalmente differente il cui costo è assai inferiore.

Il sistema delle etichette fittizie prassi dell'Ikea per la vendita di prodotti in offerta

Si tratterebbe di una prassi fortemente utilizzata nel reparto "angolo delle occasioni" degli store Ikea, nei quali è possibile appunto acquistare prodotti a prezzi scontatissimi perché in fine serie, perché leggermente danneggiati ecc. Per questo è possibile che un armadio abbia il codice di un sedia o che un cuscino abbia quello di una tovaglietta. Una tecnica verificata attraverso alcuni acquisti dagli stessi sindacalisti che hanno voluto così sottolineare come sia, quella delle etichette fittizie, una pratica già ampiamente usata dall'azienda. Inoltre stando a quanto raccontato da Massimo Cuomo in un determinato periodo l'azienda ha revocato questo sistema per poi reintrodurlo: ed è in questo periodo di tempo che si sarebbero verificare le sospensioni e i licenziamenti. "La chiamano procedura four article – spiega Cuomo – ma oltre a questa procedura e dai documenti raccolti si evince che in quel reparto l’azienda indica ai lavoratori che si può "prezzare" anche con codici di prodotti diversi".

La vicenda emersa a febbraio ha portato al licenziamento di dieci dipendenti

Una inchiesta portata avanti per far emergere la verità che potrebbe secondo il sindacato avere aspetti diversi: sarebbero tanti infatti gli elementi ancora dubbi nella vicenda emersa a febbraio dopo che alcuni sospetti avevano fatto avviare un'indagine interna all'azienda terminata appunto con la sospensione o il licenziamento di 31 dipendenti e che ha portato l'azienda svedese a sporgere anche una denuncia: per questo sulla vicenda è in corso un'inchiesta della Procura di Milano. Dal suo canto l'azienda si dice conscia dei fatti contestati e anche della meticolosità degli accertamenti interni: "Le disposizioni che regolano la prezzatura dei propri prodotti sono chiarissime e non si prestano ad alcun equivoco o a pratiche poco trasparenti". Secondo Cuomo, l'auspicio è che questa modalità operativa non abbia nulla a che fare con il piano di riduzione del personale annunciato da Ikea.

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