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Devastazioni corteo No Expo, restano in carcere i cinque arrestati: lo ha deciso il gip

Il gip di Milano Donatella Banci Buonamici ha convalidato l’arresto delle cinque persone bloccate durante gli scontri del primo maggio a Milano. I cinque sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall’uso di armi improprie e dal numero dei partecipanti. Intanto Maroni prepara la class action per il rimborso dei danni.
A cura di Francesco Loiacono
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Restano in carcere le cinque persone arrestate venerdì scorso durante gli scontri avvenuti nel corteo dei No Expo a Milano. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Donatella Banci Buonamici nell'udienza di convalida iniziata lunedì mattina nel carcere di San Vittore e terminata a tarda sera. I cinque sono Jacopo Piva, milanese di 23 anni, Heidi Panzetta, 42enne residente a Milano, Anita Garola, milanese di 33 anni, Davide Pasquale, 32 anni di Alessandria e Mirko Leone, 27enne di Lodi. Sono tutti accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall'uso di armi improprie come mazze, bastoni e pietre, e dal numero dei partecipanti. Non era ancora presente tra i capi di imputazione quello per devastazione, su cui starebbe indagando la procura.

Il gip ha accolto le richieste del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, a capo del pool antiterrorismo di Milano, e del pubblico ministero Piero Basilone, presenti lunedì in carcere insieme agli arrestati e ai loro legali. Secondo quanto risulta dagli atti dell'indagine, i cinque arrestati per contrapporsi con violenza alle forze dell'ordine durante le devastazioni di venerdì scorso hanno lanciato contro gli agenti anche bottiglie e un grosso masso di cemento.

Nel corso degli interrogatori di stamattina i cinque si sono difesi, sostenendo di non aver partecipato alle violenze e in alcuni casi parlando anche di uno scambio di persona. Il gip non ha però ritenuto credibili le loro versioni e ha condiviso la tesi del pm, che hanno inquadrato le singole azioni di resistenza in un contesto di "violenza collettiva" contro le forze dell'ordine. Il magistrato ha quindi disposto la misura cautelare in carcere per i cinque.

Parlano i legali di due arrestati

Prima di entrare in carcere Paolo Antimiani, legale della 42enne arrestata, aveva affermato: "La mia assistita non aveva mai avuto contatti con gruppi radicali. Non è un'attivista dei centri sociali ed è la prima volta che è coinvolta in vicende del genere". Un altro avvocato, Filippo Caccamo, che assiste invece il 27enne di Lodi, un ragazzo senza precedenti penali, ha parlato al termine dell'interrogatorio del suo assistito: "Ha risposto alle domande del gip, spiegando di non aver partecipato agli scontri e che si dissocia da qualsiasi forma di violenza". Il 27enne è stato il primo a essere interrogato dal gip, che non ha però ritenuto credibili le versioni fornite dal giovane e dagli altri quattro accusati.

Gli arresti di Genova

Intanto a Genova il pm Federico Manotti ha chiesto al gip la convalida dell’arresto dei cinque antagonisti francesi fermati domenica mattina nel capoluogo ligure dopo avere danneggiato alcune auto in sosta e sospettati di avere preso parte anche ai disordini di Milano. I cinque giovani devono rispondere di danneggiamento aggravato in concorso, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e false dichiarazioni sulla propria identità. L’interrogatorio si terrà entro mercoledì. I cinque sono Raemy Hicham Errabia, 24enne su cui pende il divieto di entrare in Italia dopo una denuncia dei carabinieri di Bardonecchia nel luglio 2012 per proteste No Tav, Luc Robert Gauthier e Pierre Boilleau, entrambi di 24 anni, Tristan Gweltaz Haye, 26 anni e Chloè Gallais, 25.

Maroni prepara la class action per chiedere i danni

Sul fronte del rimborso dei danni subiti da Milano e dai milanesi, scesi in piazza in ventimila domenica per ripulire la città devastata, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha annunciato che porterà "venerdì prossimo in giunta una proposta di risarcimento danni contro le devastazioni ai cittadini". Il governatore, che negli scorsi giorni aveva annunciato di voler far causa ai centri sociali, ha parlato a margine dell'assemblea di Rete Imprese Italia spiegando che l'azione legale "sarà come una class action regionale, stiamo studiando il meccanismo giuridico ma in sostanza la Regione si sostituisce ai cittadini nel chiedere il rimborso dei danni".

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