Depositi di rifiuti in fiamme a Milano, il ministro Costa: “La Lombardia è terra dei fuochi”
"La guerra dei rifiuti in Lombardia è una battaglia che intendiamo combattere con fermezza e risolutezza da subito. La Lombardia è terra dei fuochi come il resto di Italia, anche per la Lombardia stiamo scrivendo la norma Terre dei Fuochi”. Così ha detto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, rispondendo all'appello di due consiglieri regionali lombardi del MoVimento 5 stelle, Massimo De Rosa e Luigi Piccirillo, dopo il doppio rogo che la scorsa notte ha interessato due depositi di rifiuti a Milano e nell'hinterland, a Novate Milanese: "Due incendi in una notte, ma sono già diciotto, da inizio anno, gli episodi che hanno visto andare a fuoco depositi rifiuti e centri di stoccaggio rifiuti. Numeri che rappresentano più di un campanello d’allarme, nei confronti di quelli che non possono più essere considerati episodi fortuiti – ha scritto il consigliere De Rosa in una nota – Bruciare i rifiuti è diventato un business conveniente non più solo per la malavita, ma anche per imprenditori senza scrupoli, che intendono realizzare grandi profitti a scapito dell’ambiente e della salute collettiva. Questo è uno degli effetti del decreto Sblocca Italia, che intendiamo superare al più presto lavorando con il ministero dell’Ambiente alla stesura di una nuova e migliore normativa".
"Il fenomeno è noto, per questo chiediamo uno sforzo ancora maggiore, da parte delle Forze dell’Ordine, nel presidiare quelli che i fatti hanno dimostrato essere obiettivi sensibili – ha aggiunto il consigliere Luigi Piccirillo – Solo in questo modo potremmo arrestare coloro i quali speculano sulla gestione dei rifiuti, mettendo a rischio la salute dei cittadini. Siamo disponibili a lavorare insieme alle Prefetture e al ministero dell’Interno per studiare soluzioni che permettano alle Forze dell’Ordine di essere messe nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio importantissimo compito".
Sull'incendio del deposito in via Chiasserini, zona Quarto Oggiaro a Milano, la magistratura ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti. Secondo un'indiscrezione pubblicata da Cesare Giuzzi sul "Corriere della sera", pare che l'azienda Ipb Italia, che aveva rilevato temporaneamente il ramo aziendale dello smaltimento rifiuti dalla Ipb srl (che come si può leggere sul sito ha tutte le autorizzazioni necessarie), avesse chiesto le licenze necessarie ottenendo però un diniego preliminare. Nel corso di un sopralluogo avvenuto giovedì scorso da parte dei tecnici del settore Ambiente di Città metropolitana e della polizia locale, nel capannone erano però stati trovati cumuli di rifiuti plastici e di altro tipo che non avrebbero potuto essere stoccati. Pochi giorni dopo il sopralluogo il tremendo incendio, le cui operazioni di spegnimento sono ancora in corso.