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Dati stabili e ricoveri in calo, la Lombardia pensa alla fase 2: “Sarà gestita da comitato di saggi”

La Lombardia è tutt’altro che fuori dall’emergenza. I nuovi contagi giornalieri sono ancora migliaia, i morti sono stati 241 nelle ultime 24 ore. Eppure emerge qualche segnale positivo: il numero dei ricoverati è stabile, il bilancio delle persone in terapia intensiva è in calo da una decina di giorni. La Lombardia inizia a guardare alla “fase 2” che potrebbe iniziare dal 3 maggio. Il post emergenza sarà progettato da un ‘Comitato dei saggi’, composto dai rettori delle università milanesi e lombarde, che si è insediato oggi con il difficile compito di elaborare il piano per ripartire in sicurezza, evitando che la fine del lockdown coincida con una nuova ondata dell’epidemia.
A cura di Simone Gorla
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"È bene che si parli del domani". Le parole pronunciare dall'assessore lombardo Giulio Gallera nel corso della quotidiana diretta Facebook per comunicare il bollettino dell'emergenza coronavirus annunciano l'avvicinarsi di una nuova fase. In Lombardia, è bene dirlo, l'epidemia è tutt'altro che conclusa. Nelle ultime 24 ore, nonostante il forte calo del numero dei tamponi, si sono rilevati ancora 1.012 nuovi contagi, mentre i decessi sono ancora tantissimi: 241 in un giorno. Eppure qualche segnale positivo dai dati arriva. Il totale dei ricoveri si è stabilizzato, il numero delle persone in terapia intensiva cala da una decina di giorni.

La situazione negli ospedali non è più così grave. Lo stesso assessore al Welfare ha mostrato i grafici relativi alle chiamate al 112, in deciso calo in tutte le province. "Non c'è una situazione critica all'interno delle nostre strutture ospedaliere. Da oggi continuiamo a darvi i dati ma questo elemento di approfondimento perde la sua attenzione, ha trovato una sua situazione di stabilità", ha assicurato Gallera.

Sarà il tempo a dire se sia prematuro o meno l'ottimismo odierno, che si scontra con i toni più preoccupati dei giorni scorsi, soprattutto in relazione alla città di Milano. Ma in vista del 3 maggio, quando scadranno le ordinanze che al momento mantengono la Lombardia in lockdown totale, si inizia a pensare al post emergenza. Che in Lombardia sarà progettato insieme a un ‘Comitato dei saggi', che si è insediato oggi per la prima volta con il compiuto di "fornire al ‘Tavolo per lo Sviluppo' di Regione Lombardia, al quale siedono tutti i rappresentanti delle categorie sociali e produttive, un progetto che, nell'analizzare temi economici, sociosanitari, scientifici e culturali, fornisca indicazioni per la ripartenza della Lombardia sul medio e lungo periodo", spiega la Regione in una nota.

Il ‘Comitato dei saggi' è composto dai rettori delle università milanesi (Cattolica, del Politecnico, dell'Università Statale, Bicocca, Bocconi) e dal presidente del Comitato regionale di coordinamento delle università della Lombardia. Il nuovo organismo avrà il compito di elaborare il progetto per la ripartenza, nel quale sono coinvolti anche i capigruppo di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale, che "dovrà tener conto, della specificità lombarda, puntando su innovazione e inclusione".

Comitati e Tavoli dovranno trovare la formula giusta per una riapertura che non si annuncia per niente semplice. Il rallentamento dei contagi è ancora da confermare, anche per la mancanza di test a tappeto sulla popolazione. Nessuna sa cosa accadrà: una ripartenza troppo rapida rischia di far partire una seconda ondata di epidemia, come ha spiegato lo stesso Gallera. Restano le incognite su coma sarà garantita la sicurezza sugli affollati mezzi di trasporto lombardi e milanesi e soprattutto nei luoghi di lavoro. "Non ritorneremo alla normalità- ha ricordato l'assessore lombardo al bilancio Davide Caparini – ci sarà una nuova normalità e il mondo in cui stiamo per vivere è completamente diverso da quello passato".

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